Di fronte al moltiplicarsi di proteste di studenti e insegnanti del Cobianchi, contro il rischio di spostamento e/o ridimensionamento del Liceo di Scienze Umane, noi proviamo a capirne di più e mercoledì abbiamo incontrato i ragazzi durante il loro sit-in davanti la scuola, così come da giorni sono aperti contatti con docenti e direzione.
La situazione è di quelle serie, esplosa dopo anni di crescita, esasperata dal sovraffollamento nell’istituto. Le diverse posizioni, volenti o nolenti, incontrano un comune denominatore tra protesta e direzione: 1.900 studenti in una scuola rappresentano un enorme problema di gestione, quindi riduzione di iscrizioni, attraverso il numero chiuso, e reperimento di nuovi spazi divengono ingredienti di una soluzione possibile.
La scelta deve puntare a mantenere l’offerta formativa che da sempre è il vanto della prestigiosa scuola e di tutta la città ed un eventuale trasferimento di un indirizzo non deve trasformarsi nella chiusura di un’esperienza consolidata negli anni, fatta di passione, innovazione e sperimentazione, premiata da positivi riscontri testimoniati dal grande numero di iscrizioni negli anni.
Ad oggi la Provincia nulla ha deliberato, il tema resta aperto. Faremo il possibile perché venga affrontato con serenità, perché le ragioni degli uni possano incontrare le esigenze degli altri. Tenendo presente soprattutto il valore dell’offerta formativa del nostro territorio. Una delle risorse dalle quali far ripartire lo sviluppo di Verbania.
Ci impegnamo a portare il confronto all’interno del Partito Democratico, chiedendo a studenti, docenti e direzione un contributo atto a definire una proposta utile.
Il Comitato “In Comune con Diego”
Il Comitato “In Comune con Diego” va a scuola
Il Comitato “In Comune con Diego” va al Cobianchi per capire meglio l'attuale situazione di incertezza
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Eventuale trasferimento?
Gianmaria
22 Dicembre 2013 - 19:24
Un corso di una scuola (tanto più un corso come Scienze Umane, il più longevo degli indirizzi nati con la sperimentazione del 1974) non può essere "trasferito". Può essere chiuso o restare. Coloro che ipocritamente parlano di "trasferimento" intendono la chiusura del corso - e della esperienza - del Cobianchi e la apertura di un corso analogo (con lo stesso nome e la stessa griglia oraria) in altra scuola, ma non con gli stessi docenti. Questi infatti sono di ruolo al Cobianchi. Tutta l'esperienza pertanto non potrà essere "trasferita" e tanto meno i rapporti che questo indirizzo scientifico (le scienze sociali) ha instaurato con gli altri indirizzi , le loro competenze e le loro attrezzature. Per non parlare di tutta la documentazione di 40 anni e la ricca biblioteca che è parte integrante della scuola.
A mio modesto parere va trovata una soluzione provvisoria di reperimento di nuovi spazi e impostata un efficace orientamento per tutti gli indirizzi della scuola superando l'attuale assurda situazione "piramidale" di molti gli indirizzi del Cobianchi. Ovvero molti studenti in prima e pochi in quinta; tre classi di un indirizzo in prima per arrivare a una in quinta (Barbiana a rovescio, con buona pace di don Milani). E una didattica compensativa in grado di recuperare le competenze per gli studenti in difficoltà come da tempo si tenta di fare nei corsi nati dalla sperimentazione e a Scienze Umane.
Va chiarito nell’orientamento che una scuola tecnica è diversa da un professionale e richiede attitudini e abitudini allo studio. Riempire il biennio tecnico di studenti che poi si sà in anticipo (la cosiddetta e vantata scuola piramidale) verranno espulsi crea caos nella scuola e frustrazioni nelle famiglie e negli allievi. Il diritto allo studio si realizza anche con un buon orientamento. Il problema semmai è lì e non nell'indirizzo di Scienze Umane.
Le risposte burocratiche non risolvono i problemi ma li aggravano.
A mio modesto parere va trovata una soluzione provvisoria di reperimento di nuovi spazi e impostata un efficace orientamento per tutti gli indirizzi della scuola superando l'attuale assurda situazione "piramidale" di molti gli indirizzi del Cobianchi. Ovvero molti studenti in prima e pochi in quinta; tre classi di un indirizzo in prima per arrivare a una in quinta (Barbiana a rovescio, con buona pace di don Milani). E una didattica compensativa in grado di recuperare le competenze per gli studenti in difficoltà come da tempo si tenta di fare nei corsi nati dalla sperimentazione e a Scienze Umane.
Va chiarito nell’orientamento che una scuola tecnica è diversa da un professionale e richiede attitudini e abitudini allo studio. Riempire il biennio tecnico di studenti che poi si sà in anticipo (la cosiddetta e vantata scuola piramidale) verranno espulsi crea caos nella scuola e frustrazioni nelle famiglie e negli allievi. Il diritto allo studio si realizza anche con un buon orientamento. Il problema semmai è lì e non nell'indirizzo di Scienze Umane.
Le risposte burocratiche non risolvono i problemi ma li aggravano.
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