Serata piena quella di ieri. Piena di contenuti da parte dei relatori, piena di gente che ha gremito la Sala Papini di Villa Olimpia, piena di interventi dal pubblico. Insomma piena.
Verbania c’è, con il suo interesse ed è, ci spiega Maurizio Colombo, una città che ha, pur nella difficoltà, una dimensione viva: 3000 imprese per un totale di 10.000 addetti. Crescono settori come i servizi alle imprese e quelli sociali e culturali. In altre parole si sviluppa il lavoro dei consulenti che sono facilitatori di idee, ed i servizi alla persona che svolgono una funzione aggregante.
Entrambi questi trend sono calamite per il lavoro. Basti pensare alla cultura che ha visto a Verbania una crescita di posti di lavoro del 100% negli ultimi 6 anni. Si tratta ancora di numeri relativamente piccoli, ma la prospettiva è chiara: la cultura produce ricchezza.
Dietro a questi processi deve esserci la scelta della politica di integrare il settore pubblico/privato puntando su una enorme opportunità in termini di spazi tecnologici rimasti ancora liberi.
Il Comune Amico semplifica le procedure (le pratiche devono essere pronte entro e non oltre i 30 giorni) agevola attraverso infrastrutture predisposte in funzione dei bisogni reali delle imprese (più che negli incentivi a pioggia una tantum) e asseconda le imprese sulle loro proposte.
Un Territorio che guarda al lavoro investe nella filiera dell’energia, dei rifiuti e delle biomasse, realtà consolidate in aree di montagna simili alla nostra e qui ancora non decollate. Un ritardo per il quale non c’è più scusa che tenga.
Walter Passerini ci invita ad affrontare il tema del disorientamento per un lavoro che non c’è.
Un antidoto è nella vitalità di un luogo: se da un lato si assiste al declino industriale ed alla fine di un modello basato esclusivamente sul lavoro dipendente, dall’altro l’aumento di opportunità imprenditoriali più flessibili e visionarie divengono concretezza se orientate a lavorare in rete con realtà complementari.
Altra opportunità sta nel fare crescere il welfare promozionale, inteso come una evoluzione di quello puramente assistenziale statale, ormai inefficace di fronte alle preoccupanti prospettive di crescita della povertà. Un sistema promozionale è votato ad aumentare la gamma di servizi a favore del cittadino attraverso una partecipazione forte del volontariato e delle imprese, non solo no profit, che aumentano la ricchezza a disposizione: non si tratta di come spartirsi la torta, ma di come farla divenire più grande.
Bisogna mappare la vitalità!
Verbania può e deve essere un laboratorio di imprese che agevoli i talenti, adotti buone pratiche già attivate dai comuni più virtuosi (bisogna visitare e studiare altre amministrazioni!!!) e colga le opportunità del programma europeo Garanzie Giovani che mette a disposizione in Italia 1 miliardo e mezzo di euro nella direzione della creazione di una rete di agenzie pubbliche e private del lavoro, enti di formazione e imprese per aumentare l’offerta di lavoro giovanile; Verbania sappia sviluppare le reti del cibo e della salute, settori con solide opportunità di crescita.
Tanti gli interventi che per ragioni di spazi non riportiamo. Il saluto finale di Diego è il nostro saluto: la Città sappia sognare e cogliere le opportunità. Expo 2015 non può non essere una si queste: Verbania sappia fare quello che sa fare bene. Editoria e Giardini, mostra biennale di grande valore e non prevista per l’anno prossimo, sia progettata seguendo il tema dei giardini del cibo e venga estesa ai giardini privati per potenziare un’offerta nel corso dei 6 mesi di Expo.