Fondo indennità dissocupazione frontalieri

“Con la lettera inviata ai parlamentari delle zone di confine, abbiamo chiesto loro di aiutarci a fare chiarezza sulla reale entità dell’accantonamento presso INPS ma anche di intervenire affinché da parte del Senato ci sia una rapida approvazione della proposta di modifiche della legge 147 del 1997, già votata dalla Camera.

Quello che preme è che ai lavoratori frontalieri venga riconosciuto quanto spetta loro, perché si tratta di fondi costituiti con prelievi sui loro stipendi ed è una palese incongruenza che la loro indennità venga equiparata a quella dei lavoratori italiani” rimarca l’Assessore alle Attività Produttive Marcella Severino.

“Abbiamo anche affrontato – evidenzia Severino – il problema della ridefinizione degli accordi fiscali tra Italia e Svizzera. Voci vorrebbero che il Ministero all’Economia sia propenso a rivedere i termini impositivi sul reddito dei lavoratori frontalieri residenti entro i 20 km dal confine. Se si tornasse a una doppia imposizione, i frontalieri dovrebbero presentare la dichiarazione dei redditi anche in Italia, con la possibilità di detrarre quanto pagato in Svizzera ma in tempi non prevedibili.

Oggi la tassazione avviene solo a livello svizzero con una compensazione che – stando agli accordi del 1974 – viene inoltrata allo Stato Italiano sotto forma di ristorni che il Governo centrale è tenuto a destinare ai comuni di residenza dei lavoratori. Una fonte di introito che in questi anni è risultato essenziale per la sostenibilità economica della nostra zona. Ora questo rischia di saltare, perché queste somme risultano altresì appetibili alle casse centrali dello Stato”.