L’evento, che ha riunito sindacati e istituzioni al Teatro Nuovo, ha visto la partecipazione di lavoratori provenienti da diverse zone, tra cui Sondrio e Verbania. All’unanimità è stato approvato un documento che chiede l’eliminazione della tassa, considerata in contrasto con l’accordo italo-svizzero e potenzialmente incostituzionale. I sindacati, sia italiani che svizzeri, hanno minacciato di ricorrere alla giustizia se la norma non verrà cancellata.
I rappresentanti sindacali, come Giuseppe Augurusa (Cgil), Marco Contessa (Cisl) e Pancrazio Raimondo (Uil), hanno criticato la tassa e il metodo con cui è stata introdotta, sottolineando che i frontalieri non sono lavoratori privilegiati e che la Regione Lombardia dovrebbe trovare altre soluzioni per finanziare la sanità. Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, ha espresso preoccupazione per l’impatto negativo della riforma sui territori, mentre i parlamentari Alessandro Alfieri (Pd) e Maria Chiara Gadda (Italia Viva) hanno accusato il governo di smantellare l’accordo fiscale italo-svizzero. Oltre alla tassa sanità, l’assemblea ha affrontato temi come la Naspi e l’uso dei ristorni, che verranno portati al Tavolo Interministeriale.