Sobrietà, semplicità e umiltà: i valori che la politica deve riscoprire.
Eletto da una settimana appena, il Santo Padre ci ha già donato alcune grandi lezioni di vita, tutte incentrate sui temi della sobrietà, semplicità e umiltà dell’agire umano. In questi giorni mi son chiesto se la politica può continuare ad essere sorda, avulsa e indifferente alla bellezza di questi valori.
Non credo sia difficile riconoscere come i valori, i principi e gli stili di vita che animano la vita politica, infatti, siano molto distanti da quelli menzionati. Quando stai nell’arena politica impari subito che la colpa è sempre degli altri: non esiste alcuna capacità di autocritica, anzi, penso spesso, guai se questa esistesse.
Il politico non sbaglia mai: erra solo l’avversario, perché la sua visione è sempre quella giusta. In questi giorni ho pensato all’amministrazione che governa la nostra città da ben quattro anni: pur riconoscendone l’impegno e la buona fede, non riesco a spiegarmi, o forse ad accettare, la perpetua ostinazione, arroganza e chiusura sulle proprie idee.
Non mi sembra, infatti, che l’azione politica dell’attuale maggioranza sia stata e sia animata da principi ispiratori di sobrietà, semplicità e umiltà. Un primo esempio lo abbiamo già avuto nella scorsa campagna elettorale: sapeva Zacchera di peccare di presunzione (quasi al limite della “finzione politica”) quando ha redatto, e poi presentato ai cittadini-elettori, il suo immane programma elettorale?
E’ inutile adesso trincerarsi dietro l’avvenuta recessione economica: chi fa politica da una vita, come l’attuale primo cittadino, doveva necessariamente sapere che per realizzare quanto promesso nel proprio programma elettorale sarebbero serviti tempi e risorse economiche assolutamente indisponibili in un quinquennio di governo! Prendiamo poi la storia del teatro: quattro anni or sono, si era già in una fase progettuale avanzata.
Perché non andare avanti con quel progetto, magari rivedendolo anche un po’? Ove così fosse stato, oggi avremmo già una “casa dei verbanesi”, dove ritrovarci, sentirci comunità, stare insieme, vivere il tempo libero, rivitalizzando una piazza che, di fatto, è solamente un grande parcheggio quotidiano. E invece no: la presunzione politica, l’incapacità di accettare e portare avanti il progetto dello sfidante, e la frittata è fatta: ci troviamo ora, proprio per mancanza di semplicità e umiltà, in una fase di assoluto stallo, alle prese con un’opera che ad un anno della preventivata fine lavori (aprile 2014) ha subito un’impennata dei costi, in barba all’auspicata sobrietà.
Lo ripeto da tempo: la politica ha bisogno di ritrovare “la politica dei piccoli passi”. I tempi sono cambiati, per mancanza di fondi e per disaffezione della gente: è dunque indispensabile ricominciare a vivere la politica con azioni intrise di sobrietà, semplicità e umiltà.
Piccoli gesti, piccole azioni, piccoli passi, piccolissime promesse, ma tutte cose realmente fattibili con le risorse a disposizione, per riconquistare la fiducia e la credibilità dei cittadini, per riavvicinarli alla vita politica: perché è proprio questo il compito più importante, quello di riavvicinare le persone all’attività politica della città.
Non è più tempo di progetti faraonici (ma non lo è più da un decennio, forse), costosissimi anche da un punto di vista gestionale, non è più tempo di fontane da realizzare negli angoli più sperduti della città (piuttosto si renda finalmente decente e dignitosa quella pietosa ubicata dinanzi al Municipio di Pallanza), ma è tempo di preservare quello che abbiamo, manutenendolo nel tempo, recuperare il recuperabile, con modesti finanziamenti anche privati, valorizzare il ricco patrimonio esistente. Ecco, penso che le parole guida per i prossimi anni debbano essere questi: sobrietà, semplicità e umiltà. Penso che un buon governo dei prossimi anni debba essere volto unicamente a preservare, recuperare e valorizzare. Questo serve alla nostra città. Null’altro.
Felice Iracà
(Capogruppo “cittadiniconVoi”)