Lo sviluppo del bambino è fortemente influenzato dalla rete sociale in cui è inserito. E’ proprio nel contesto delle relazioni tra pari che i bambini imparano a padroneggiare abilità sociali come la comprensione, il rispetto delle regole, l’assunzione del punto di vista dell’altro e le abilità di negoziazione e gestione dei conflitti (Salmivalli, Isaacs, 2005). Le esperienze negative tra pari sono associate a problemi nell’adattamento durante l’adolescenza e l’età adulta (Hawker & Boulton, 2000).
All’interno delle relazioni tra pari, ad esempio nel gruppo classe, i bambini mettono in pratica delle competenze specifiche, e il livello in cui si padroneggiano queste abilità determina la posizione che questi ultimi occupano all’interno del gruppo ed il grado in cui piacciono o non piacciono ai loro coetanei che appartengono al loro stesso gruppo. Alcuni ricercatori, tramite la tecnica della nomina dei pari, hanno riscontrato che i bambini popolari hanno un carattere allegro, numerose interazioni, un elevato livello di gioco cooperativo e sono disposti a condividere (Reffieuna, 2003; Smoti, 2001). I bambini rifiutati hanno un comportamento irruente, sono asociali, litigiosi, preferiscono attività solitarie, sono poco cooperativi e presentano un maggior rischio di disturbi psicologici futuri come ansia e depressione (Ladd & Troop-Gordon, 2003).
Anche altri studi effettuati sulle relazioni tra pari hanno evidenziato come i bambini impopolari si ritrovano spesso in una situazione di totale isolamento e tendono a sviluppare sentimenti di solitudine, ansia e bassa stima di sé. Bolvin e colleghi hanno osservato come i soggetti vittimizzati dai compagni durante il primo anno di scuola elementare evidenziavano un incremento di comportamenti problema l’anno successivo, tra cui un maggior grado di ritiro sociale, e sentimenti di solitudine, risentimento, ansia e depressione.
Anche alti livelli di aggressività sono stati riscontrati in bambini rifiutati o ignorati dai pari; questi bambini sono meno accurati nell’interpretazione degli stimoli esterni e nel decodificare le intenzioni dei pari, ritengono la modalità aggressiva l’unica via possibile alle relazioni tra pari. Secondo Bierman (2004) i bambini che manifestano condotte aggressive tendono ad essere isolati dal gruppo dei pari, ed è proprio questo isolamento che li porta a manifestare una varietà di atti aggressivi tali da scoraggiare ogni tentativo di approccio sociale da parte dei coetanei, innescando così un vortice di azioni e reazioni. I bambini aggressivi rifiutati provano una forte attrazione verso coetanei che presentano le stesse problematiche, alimentando così la creazione e conservazione di legami interpersonali devianti che mantengono i comportamenti problema.
In conclusione, le relazioni tra pari sono fondamentali per lo sviluppo e rappresentano un fattore importante sia di rischio che di protezione per il benessere psicologico. E’ quindi necessario che nelle scuole primarie vengano previsti programmi rivolti alla classe per favorire le relazioni tra pari e l’apprendimento cooperativo, con diversi obiettivi da perseguire quali: promuovere la condivisione, insegnare e favorire una comunicazione efficace per relazionarsi con gli altri e infine, sviluppare la capacità di gestire e risolvere conflitti attraverso il problem solving, una tecnica utile per sapere come reagire ai problemi tenendo conto di tutte le alternative possibili consentendo di giungere ad una soluzione attraverso la mediazione.
Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola-Spazio Psicoeducativo
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