Da sempre i capricci sono un problema che riguarda tutti i bambini e quindi tutti i genitori o tutti coloro che si occupano dei più piccoli. Oggi gli adulti si dichiarano sempre più spesso spiazzati e meno capaci di fronteggiarli. In effetti i capricci sono tra le cose più stressanti e frustranti da affrontare, soprattutto quando il bambino raggiunge quell’età ribattezzata da alcuni esperti “i terribili due anni”.
Per molti genitori gestire il proprio figlio che urla, piange e si butta a terra non è solo difficile, ma anche doloroso: soprattutto quando si è in pubblico può essere molto imbarazzante e complicato. I bambini hanno bisogno di sperimentare fin dove possono spingersi, e i genitori devono definire bene i confini. E’ importante non aver paura di dire no e di dare al bambino delle regole da rispettare. Avere delle regole offre ai bambini sicurezza e contenimento. I genitori devono essere delle figure autorevoli, sicure delle proprie posizioni e che non cambiano idea facilmente.
Dunque cosa fare quando i nostri piccoli sono in preda ai capricci?
Restare calmi e non urlare: non farsi sopraffare da emozioni come la rabbia, ma usare un tono di voce fermo e deciso con il bambino, non alterato dalla rabbia o dalla disperazione.
Non assecondare i capricci altrimenti si rischia di far passare al bambino il messaggio che facendo i capricci riuscirà sempre ad ottenere qualcosa, portandolo così a reiterare tale comportamento.
Distinguere tra capriccio e bisogno: cercare di capire se il bambino mette in atto il capriccio per un momento di stress o di stanchezza. Infatti molto spesso può capitare che, soprattutto i più piccoli, esprimano il proprio stress con comportamenti capricciosi.
Coerenza tra le diverse figure educative: è importante che tutti coloro che si occupano del bambino seguano la stessa linea educativa, per non confondere il piccolo.
Ignora il capriccio: se il comportamento del bambino è dovuto solo ad un capriccio, se questo è plateale e ha la funzione principale di attirare la vostra attenzione, l’atteggiamento migliore è quello di ignorarlo.
Può anche capitare che il capriccio degeneri e il bambino inizi ad urlare, scalciare, buttarsi a terra in preda ad una vera e propria crisi di nervi. E’ inutile aggiungere le vostre grida o prenderlo in braccio per cercare di “farlo ragionare”. Se siete in un luogo pubblico e il vostro bambino è in sicurezza, lontano da pericoli, la tattica migliore è quella di ignorarlo o al massimo di contenerlo con un atteggiamento fermo, senza agitarvi e aspettando che si calmi.
La fase del capriccio viene considerata come una tappa fondamentale per lo sviluppo del bambino verso l’indipendenza, cerchiamo di farci percepire come figure stabili e ferme nelle nostre “regole” e…armiamoci di tanta pazienza!
Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola-Spazio Psicoeducativo
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