Da quanto apprendiamo, ammonterebbero a circa 4 miliardi di euro i depositi che frontalieri ed ex frontalieri avrebbero nelle banche del Canton Ticino, secondo una stima del Ministero italiano delle finanze.
Diversi di loro starebbero procedendo in questo periodo a chiudere i conti bancari svizzeri sui quali avevano depositato i soldi del secondo pilastro.
Un superlavoro per i commercialisti delle zone di confine, che in questi giorni starebbero impazzendo per stare dietro alle richieste di migliaia di frontalieri ed ex frontalieri che intendono regolarizzare la propria posizione aderendo alla voluntary disclosure.
Questo perché perché non si sa a cosa andrà incontro chi continuerà a tenere i soldi all'estero e perché le banche svizzere hanno chiesto ai frontalieri di attestare, entro il 30 settembre, la provenienza dei depositi.
Tuttavia nelle ultime ore è uscita la notizia che martedì il Consiglio dei ministri varerà lo slittamento del termine per la presentazione delle domande della voluntary disclosure, originariamente previsto per il 30 settembre, dando così più tempo per i frontalieri per aderire a questa sorta di autodenuncia che prevede comunque l’intero pagamento delle imposte evase e di sanzioni calmierate.