“Sull’avvio della nuova stagione sciistica chiediamo garanzie e risposte certe. Vogliamo sapere quando e con quali accorgimenti potranno riaprire gli impianti. La montagna è in grave sofferenza: ci sono posti di lavoro stagionali da confermare e il settore turistico-ricettivo punta alla nuova stagione per “raddrizzare” una situazione a dir poco drammatica”.
Così il delegato alla montagna di ANCI Piemonte e vicesindaco di Baceno (VB), Stefano Costa, a nome dei sindaci delle località turistiche sede di impianti di risalita.
“C’è in ballo il futuro della montagna – prosegue Costa – le società di gestione degli impianti si erano già adeguatamente organizzate per la riapertura in sicurezza delle attività nel prossimo mese di dicembre. Chiediamo garanzie e risposte certe e, al tempo stesso, facciamo appello al buon senso, perché riteniamo che, con i giusti protocolli, la stagione sciistica possa ripartire e con essa l’economia dei territori montani, in questo momento ulteriormente isolati dal resto del mondo".
“Le prossime riunioni della Conferenza Unificata, il Consiglio dei Ministri e i tavoli Governo-Enti locali dovranno sciogliere le ultime riserve. Rivolgiamo un appello accorato a Governo e Regione, con l’auspicio che giungano quelle conferme di riapertura attese da tutta la montagna”, conclude il vicepresidente Costa.
ANCI Piemonte chiede risposte per lo sci
ANCI Piemonte, Stefano Costa: "Garanzie e risposte certe su avvio nuova stagione sciistica". Impianti di risalita pronti alla riapertura, appello dei sindaci a Regione e Governo.
16 commenti Aggiungi il tuo
alcune vote mi chiedo se ci sia un limite all’umana indecenza (concetto bipartisan): è più importante tutelare gli affetti familiari oppure pensare solo al divertimento? Evidentemente la lezione delle discoteche non è bastata. Se dobbiamo spostarci, allora facciamolo per una giusta causa!
Caro sinistro alcune volte mi chiedo se c’è un limite all’umana capacità di intendere.....il turismo invernale vale 6 miliardi di euro e ci campano migliaia di famiglie......oppure facciamo così vengono tutti da lei a mangiare....ok? Lo faccia per una giusta causa
Chi ha scritto il post precedente ha parlato di divertimento, quando invece il tema era la sopravvivenza della montagna.Probabilmente ha postato senza leggere.
Aldila' di questo penso che una soluzione potrebbe essere trovata con un po' di buon senso, per esempio basterebbe aprire gli impianti (neve permettendo) ma solo per gli abitanti della propria regione, evitando cosi' che ci si sposti magari nell'unica regione dove c'è neve con conseguenti assembramenti. Un ulteriore soluzione potrebbe essere la sola vendita di biglietti online con numero limitato, acquistabili solo il giorno precedente cosi' da evitare approvvigionamenti speculativi.
Aldila' di questo penso che una soluzione potrebbe essere trovata con un po' di buon senso, per esempio basterebbe aprire gli impianti (neve permettendo) ma solo per gli abitanti della propria regione, evitando cosi' che ci si sposti magari nell'unica regione dove c'è neve con conseguenti assembramenti. Un ulteriore soluzione potrebbe essere la sola vendita di biglietti online con numero limitato, acquistabili solo il giorno precedente cosi' da evitare approvvigionamenti speculativi.
L'Anci si offre anche di pagare le cure di quelli che rimarranno infetti causa apertura piste da sci ?
Ciao gennaro scognamiglio
se per te contano solo i soldi, allora riapriamo tutto, indiscriminatamente, come avvenuto in estate per le discoteche. Piuttosto cerchiamo di capire, senza far finta di nulla, che i sacrifici devono farli un po' tutti, invece di pensare solo al proprio orticello e tornaconto personale, politico e non, fregandosene della salute, propria e altrui. Se chiudono scuole, bar, ristoranti, negozi, allora possono benissimo star chiusi anche le piste da sci e relativo indotto. Che senso ha chiudere solo le città?
Ciao Antonio
appunto, ci vuole buonsenso, e di sicuro non lo si dimostra dicendo che devono chiudere solo gli altri. Per il resto, finirebbe tutto in caciara, come accaduto con le discoteche. Per una volta, cerchiamo di pensare all'essenziale, visto che sciare non è una ragione di vita, e la montagna funziona anche d'estate, senza la neve.
Ciao gennaro scognamiglio
io invece suggerirei per i negazionisti la soluzione elvetica: nel caso si dovessero ammalare, niente ospedale. Questo sì che è un buon compromesso, improntato al buonsenso. D'altronde, basta ascoltare le barzellette che ti propinano circa gli effetti collaterali del vaccino, tipo la sterilità! Per favore, non siamo ridicoli......
Possibile che si prendano in considerazione solo gli interessi economici di un settore a discapito dell'interesse generale della popolazione? Sempre per parlare di soldi quanto ci sta complessivamente costando la dissennata apertura al turismo di questa estate vedi ad esempio il VCO dove eravamo arrivati circa 10 positivi al MESE e potevamo tranquillamente sciare quest'inverno? Ho sempre sciato su tutto l'arco alpino e so che, a parte l'attività sulle piste a rischio zero, si prendono funivie, ci si ferma nei rifugi a mangiare e bere, ecc... ad elevatissimo rischio. Risultato dell'apertura invernale TERZA ONDATA e perdiamo anche la prossima estate!!! Non penso infine che nessun addetto al turismo sia così mal messo da non poter mangiare e quindi dover andare a casa di Sinistro o peggio dover dormire sotto un ponte.
Ciao Filippo
in verità io un piatto di riserva in dispensa lo conservo sempre ma, se vogliono essere serviti come si deve, possono sempre chiedere al loro idolo/difensore, che risiede a Montecarlo, non paga tasse in quanto la sua discoteca preferita in Costa Smeralda è stranamente in perdita pluriennale, e ora è impegnato in una faticosa ed estenuante vacanza a Dubai....
Non va dimenticato che questa estate, e ve lo dico perché l'ho passata a Macugnaga, la montagna ha fatto il pieno
ovunque. Non è quindi vero che la montagna e le sue attività sono rimaste a "bocca asciutta tutto il 2020".
A Macugnaga (e mi immagino in Trentino o Valle d'Aosta) non c'erano più case in affitto; negozi, bar e ristoranti erano affollati all'inverosimile.
La riapertura degli impianti, secondo me, potrebbe avvenire solo dopo il 6 gennaio, quando il rischio di assembramenti si riduce drasticamente anche applicando il protocollo che mi pare, sin da ora, sia già pronto.
Resterebbe da valutare il periodo di carnevale, sempre affollato, e quello Pasquale, sempreché ci sia ancora neve a sufficienza.
Una cosa è certa. Questo modus operandi dev'essere valido per tutto l'arco alpino, altrimenti si vedranno gli assembramenti si vedranno ai confini.
Per quanto riguarda la Svizzera. Beh....che dire....loro hanno sempre pensato solo ai soldi e il loro comportamento ne è una diretta conseguenza. Bisognerebbe boicottarli duramente.....anche a livello EU.
Alegher
Il caro Stefano Costa dice cose banali.
Tutti sono coscienti che il mancato incasso delle festività Natalizie inciderà almeno al 50% sul fatturato stagionale. Ma se non si vuole un nuovo lockdown primaverile/estivo questo è quello che si DEVE fare.
Capisco che i politici siano indaffarati a dire cose scontate e poco ragionino in termini di concretezza. Quali sarebbero le alternative?
Vedrete che tutto l'arco alpino si conformerà alla decisione della sospensione delle attività sportive invernali (su impianti a fune) sino al 10 gennaio (con ristori per tutti) essendo la prima vera "causa transfrontaliera" . E' la soluzione migliore, in attesa dell'inizio delle operazioni vaccinali e per far si che una eventuale seconda ondata di contagi avvenga quando, almeno una parte della popolazione, sia già passata per "aghi e fialette".
Tutti sono coscienti che il mancato incasso delle festività Natalizie inciderà almeno al 50% sul fatturato stagionale. Ma se non si vuole un nuovo lockdown primaverile/estivo questo è quello che si DEVE fare.
Capisco che i politici siano indaffarati a dire cose scontate e poco ragionino in termini di concretezza. Quali sarebbero le alternative?
Vedrete che tutto l'arco alpino si conformerà alla decisione della sospensione delle attività sportive invernali (su impianti a fune) sino al 10 gennaio (con ristori per tutti) essendo la prima vera "causa transfrontaliera" . E' la soluzione migliore, in attesa dell'inizio delle operazioni vaccinali e per far si che una eventuale seconda ondata di contagi avvenga quando, almeno una parte della popolazione, sia già passata per "aghi e fialette".
Giusto per info ho visto che l'economista svizzero Willy Oggier propone (non so se approvato) la registrazione dei negazionisti ai quali, nel caso di infezione covid, non viene accordato un letto nei reparti di cure intensive in caso di carenza di posti. La sua logica è che devono assumersi la responsabilità dei loro atti e non posso che concordare il suo pensiero (anche se svizzero).
Confermo, almeno in parte e per diretta esperienza, ciò che ha detto Annes, essendo stato, che nella prima decade di ottobre in Trentino, Val di Non per la precisione, ove c'era il pieno di turisti: ho allogiato in un agriturismo ( bellissimo per la cura dei particolari e dell'ambiente circostante), per una settimana ed alla mia richiesta di poterci rimanere ancora qualche giorno, mi è stato risposto negativamente in quanto i giorni successivi avevano già prenotazione per l'intera struttura. Trasferitomi sul lago di Garda (sponda veneta) l'ho visto stracolmo di turisti ( una roba simil Rimini/ Riccione, cosa che, per il mio modo di essere da orso solitario mi ha convinto a non tornarci, ed era ormai la seconda settimana di ottobre) con un traffico stradale impensabile.
Condivido il pensiero di Antonio, vendita del numero di skypass del 30% della capacità massima mettendoli all'asta. Recuperare da qualche ospizio tedesco qualche kapo per i controlli negli chalet e gli agenti del Cairo per i controlli sugli impianti. Così non si chiude niente, si tira un po' la cinghia ma almeno si sopravvive. Per le perdite relative ai miei controlli, poco male, siamo già in troppi su questa terra. Per Filippo che scrive: " Non penso infine che nessun addetto al turismo sia così mal messo da non poter mangiare e quindi dover andare a casa di Sinistro o peggio dover dormire sotto un ponte." evidentemente non conosce il mondo del turismo dove da una parte possiamo trovare l'imprenditore alberghiero che in ogni caso ha il fienile stracolmo, dall'altra c'è lo stagionale siciliano che aspetta la chiamata per la stagione per poter tentare di mantenere la famiglia. Dietro qualsiasi mondo dorato ci sono sempre dei "miserabili" che campano.
Se gli operatori del settore ristorazione prendono i soldi (li hanno presi e continuano a prenderli) ed i poveri siciliani tentano di mantenere le famiglie allora i politici che rappresentano la categoria sono seguaci di Superciuk personaggio di Alan Ford che rubava ai poveri per donare ai ricchi.
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