Quasi fosse venuta a noi come una nuova messaggera celeste, un'altra cometa è stata avvistata e già fotografata da Michael Mattiazzo, un astrofilo australiano che presso l'Osservatorio solare ed eliosferico della NASA ( SOHO ) il 25 marzo l'ha registrata, e questo corpo celeste ha preso il nome Swan C/2020 F8. La nuova cometa al momento è visibile nell'emisfero australe, per cui da noi non è ancora rintracciabile. Attualmente ha magnitudine 7, si trova nella costellazione dell'Acquario, e a metà maggio passerà nei Pesci, in Ariete, in Perseo ed in Auriga, quindi visibile nel nostro emisfero boreale. Il 12 maggio sarà al perigeo, cioè alla minima distanza dalla nostra Terra, ad 84 milioni di Km., ed il 27 maggio sarà al perielio, cioè la sua minima distanza dl sole, a 64,4 milioni di Km. Anche se non vi è certezza che la cometa SWAN sarà visibile ad occhio nudo, se la sua luminosità continuerà al ritmo di queste settimane, ci sono buone probabilità che essa raggiunga una magnitudine pari a 3,5 proprio nel mese di maggio, quindi visibile senza l'uso di strumenti ottici come i binocoli.
Mentre scrivo questo articolo, la cometa Swan è visibile nell'emisfero australe già con un piccolo binocolo.
Mentre le comete stanno visitando il nostro sistema solare, non dobbiamo dimenticare alcuni oggetti sempre molto interessanti e misteriosi, come il pianeta Venere che da mesi sta dominando il cielo serale con la sua luminosità folgorante e con le sua atmosfera venefica, sempre avvolta da turbolenze e temperature impossibili.
Venere è in fase decrescente, con la gibbosità che si sta assottigliando. E' un pianeta che nella mitologia ha sempre assunto il nome di divinità assoluta, tant'è vero che “ adorare “ una divinità, si può dire anche “ venerare “. Quando la si osserva al telescopio, generalmente risulta deludente, perchè non mostra crateri ed una sua chiara morfologia, e forse proprio per questo risulta un soggetto particolarmente accattivante, poichè nasconde la sua superficie, rendendo difficile scorgere qualsiasi pur piccolo particolare.
Generalmente per osservarla al meglio e registrare sue immagini al telescopio, lo si effettua usando filtri colorati come in particolare il viola, che attenua la sua forte luminosità e permette di ridurre la turbolenza dell'immagine dovuta all'evaporazione degli strati bassi atmosferici.