E' iniziata la campagna elettorale per il referendum pro Lombardia, che interessa la nostra provincia. E' un "passaggio" importante e delicato, che va affrontato con cognizione di causa.
Ciascuno di noi può avere pensato - una volta nella vita - di sentirsi più lombardo che piemontese, ma da un pensiero istintivo a una realizzazione istituzionale il passo è lungo e complesso, se da più di due secoli siamo una provincia piemontese in una nazione organizzata sulle regioni.
Cancellare questa realtà non può essere frutto del capriccio di qualcuno o di un senso di rivalsa molto mal posto; una provincia di confine tale è e tale resterebbe in ogni situazione.
Basterebbe pensare a quanto poco presunti investitori lombardi hanno scelto di sfruttare le tante occasioni loro offerte per risollevare da una crisi pesantissima l'economia del nostro territorio. Molto più facile pensarlo, invece, come un'interessante e tradizionale meta turistica e nulla di più.
Da tempo i nostri rappresentanti politici si interrogano sulla complessa struttura istituzionale della nostra Repubblica: Stato e Ministeri, Regioni e Assessorati, Capoluoghi di regione o Aree metropolitane che non decollano mai, Provincie traballanti e non più elettive, Comunità montane estinte, Comuni piccoli che non si fondono, Consorzi intercomunali finalizzati a obiettivi ristretti che funzionano sì e no. Fino a che questo Stato non avrà deciso davvero come vuole organizzarsi per funzionare meglio, il semplice trasloco da una regione all'altra è totalmente privo di significato.
Da una materia così complessa e poco definita rileviamo ad esempio lo stato della sanità italiana: divisa su 21 Regioni, che decidono - ognuno per proprio conto - che cosa possono o no garantire ai propri cittadini, con il doppio rischio di "regalare" fette importanti di contributi pubblici al privato e di affossare il servizio pubblico universale, grazie al quale siamo considerati i migliori al mondo.
Ma si dice "la sanità lombarda costituisce un'eccellenza". Nessuno lo discute; molti "altri italiani" si recano in Lombardia per farsi curare. Ma, nel bilancio della sanità lombarda compaiono in dose sempre più massiccia i crediti da altre regioni, che nessuno mai pagherà; cioè il sistema lombardo vive su una bolla di crediti inesigibili; ma le bolle prima o poi scoppiano, con effetti devastanti.
Ben altri sono gli argomenti per una "vivace e sensata" discussione con la Regione Piemonte, a cominciare dai contenuti da dare alla "Specificità montana della Provincia del VCO".
In sostanza, consideriamo questo referendum pro Lombardia assolutamente inutile, se non dannoso per le ulteriori divisioni che può creare, per cui INVITIAMO I CITTADINI ALL'ASTENSIONE.
Idea Socialista su referendum Lombardia
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Idea Socialista Verbania, riguardante il Referendum per il passaggio alla Regionr Lombardia.
1 commento Aggiungi il tuo
"Aree metropolitane che non decollano mai, Provincie traballanti e non più elettive, Comunità montane estinte,"
Trovo queste preoccupazioni molto sensate.
Credo anche che non interessino ne ai politici dei Piemonte ne a quelli della Lombardia proprio perche' sono una strada senza uscita.
Dovremmo semplificare, puntare a Comuni molto piu' grandi, costituiti in base a criteri oggettivi e non a referendum, integrare e rafforzare le loro competenze e le loro risorse eliminando gli altri enti inutili.
Dopo potremmo pensare a quale regione appartenere, se avra' ancora senso.
Trovo queste preoccupazioni molto sensate.
Credo anche che non interessino ne ai politici dei Piemonte ne a quelli della Lombardia proprio perche' sono una strada senza uscita.
Dovremmo semplificare, puntare a Comuni molto piu' grandi, costituiti in base a criteri oggettivi e non a referendum, integrare e rafforzare le loro competenze e le loro risorse eliminando gli altri enti inutili.
Dopo potremmo pensare a quale regione appartenere, se avra' ancora senso.
Per commentare occorre essere un utente iscritto