Da questo nuovo riordino, si salva la provincia di Asti, mentre l'ormai famoso Quadrante (Novara, Vco, Bielle e Vercelli) salta a favore dell'unione di Biella-Vercelli e Novara-Vco.
Da rilevare che la Lega Nord ha presentato un emendamento che, basandosi sull’art. 8 dello Statuto della Regione, chiede che sia assegnata al VCO la "specificità di territorio montano", ed in forza di questa peculiarità essere esclusi dalla riorganizzazione delle provincie piemontesi.
In pratica un cambio di direzione totale da quello deciso dal CAL (Consiglio Autonomie Locali) poche settimane fa.
Ora l'ultima parola spetta al Governo, c'è da attendersi altri stravolgimenti e giri di valzer.
Dal PD non si sono fatte attendere le reazioni di disappunto
Comunicato del Pd Vco:
Per la Lega Nord "specificità montana" a corrente alternata
In Consiglio Regionale la Lega Nord ha presentato un emendamento che, basandosi sull’art. 8 dello Statuto della Regione, chiede che sia assegnata alla nostra provincia la “specificità di territorio montano”, ed in forza di questa peculiarità dovremmo esser esclusi dalla riorganizzazione delle provincie piemontesi.
Al termine di questo percorso di retroguardia ci sarebbe teoricamente poi la tanto agognata autonomia, già votata da tutti i comuni nei vari consigli lo scorso anno e portata in regione con sforzo unitario di tutti i rappresentanti del territorio.
Bisognerebbe chiedere a Cota, che mi sembra porti un fazzolettino verde nel taschino, che fine a fatto il progetto per il Vco? - afferma il segretario provinciale del Pd del VCO Antonella Trapani - Infatti non è la prima volta che si invoca la specificità oro geografica in cui viviamo come valore per ottenere trattamenti differenziati, che compensino i disagi ed i costi di vivere in luoghi periferici ed a alto costo di manutenzione.
Chiediamo però ai consiglieri De Magistris e Marinello perché questo concetto non vale per la sanità? Nella delibera regionale di agosto l’assessore Monferino ha specificato che il Piano di riorganizzazione della sanità si applica senza tenere conto delle particolarità oro geografiche dei territorio. Traduciamo VCO uguale a Torino!
Se come abbiamo letto su una nota stampa questa mattina la difesa della provincia e la conseguente difesa dei servizi si può ottenere solo richiamando la nostra particolare morfologia, - continua Antonella Trapani - le difficoltà del vivere in un territorio “ostile” ci fa pensare che il servizio sanitario sia qualcosa di cui possiamo fare a meno. Anche perché non abbiamo visto la Provincia del VCO e la sua giunta PDL-Lega all'attacco sui servizi sanitari e sociali che via via stanno diminuendo sul nostro territorio.
I richiami alla specificità montana non devono essere utilizzati a corrente alternata ma con coerenza e continuità.
Per difendere il personale, i servizi, le opportunità che questo territorio deve esigere non ci si difende sulle montagna ma si scende in pianura e si tratta con gli altri attori seduti al tavolo.
Questo ci aspettiamo dai rappresentati delle istituzioni e dall’attuale amministrazione provinciale: vogliamo partecipare alla riorganizzazione, vogliamo essere i protagonisti con pari dignità rispetto a Novara o Vercelli, e siamo convinti - conclude Antonella Trapani - che con il coinvolgimento diretto delle comunità locali sapremo darci un assetto istituzionale e amministrativo moderno ed efficiente che garantisca la nostra specificità montana.
Dichiarazioni Aldo Reschigna Consigliere Regionale PD:
Con la scelta di proporre al governo l’istituzione di sei province il Consiglio regionale ha dato prova di essere incapace di progettare una riforma dell’organizzazione locale all’altezza dei tempi e delle richieste dei cittadini.
La scelta di affiancare, oltre alla Provincia di Vercelli-Biella, in linea con i criteri di popolazione-territorio fissati dal governo, anche quella di Asti, al di sotto di quei parametri, non solo indebolisce la richiesta venuta con grande forza dai sindaci del vercellese e del biellese, ma scava anche un solco profondo con le autonomie locali piemontesi.
Dopo un lungo dibattito infatti, il CAL si era pronunciato per l’istituzione di 4 province, una per quadrante. Abbiamo dato nel corso del dibattito la nostra disponibilità a sostenere le richieste del vercellese e del biellese, ma la scelta di aggiungere anche la provincia di Asti snatura l’intero provvedimento, svuotandolo da elementi di razionalità e indebolendolo nel suo complesso.
Da qui la nostra scelta di astenerci sul voto finale perché non possiamo più condividere una politica incapace di progettare il futuro. Con questi provvedimenti si può creare un consenso immediato, ma si getta un solco profondo in un momento di grandissima crisi economica che colpisce famiglie e imprese con la necessità di destinare meno risorse al mantenimento di organizzazioni amministrative per assegnarle invece a servizi e investimenti produttivi. Non vogliamo essere parte di una politica incapace di raccogliere le grandi sfide e i drammi che sta vivendo il nostro paese.