L’entrata in famiglia di un nuovo membro porta con sé tante gioie, entusiasmi e aspettative. Quando si tratta del secondogenito, non possiamo trascurare le fantasie dei primogeniti, soprattutto se ancora piccoli, verso questo avvenimento.
Diverse ricerche dimostrano come tale avvenimento possa comportare reazioni anche intense soprattutto in bambini con un’età compresa tra i due e i cinque anni. Spesso anche se non vengono palesati, in questi bimbi, che fino a quel momento hanno avuto l’attenzione dei genitori tutta per loro, possono emergere timori e preoccupazioni riguardo l’arrivo del nuovo fratellino.
Tali timori spesso possono sfociare in gelosia, rivalità e anche aggressività verso il nuovo arrivato o verso i genitori, tale aggressività può limitarsi a fantasie o manifestarsi in comportamenti concreti. Inevitabilmente le attenzioni diminuiranno, soprattutto nei primi tempi, e il bambino dovrà imparare a dividere i propri spazi e i propri genitori con il nuovo arrivato che necessiterà di numerose attenzioni e cure.
È importante che il bambino venga preparato a questo nuovo arrivo e che siano i genitori stessi a comunicarglielo cercando di spiegare, con un linguaggio adatto al suo livello di sviluppo, cosa sta accadendo alla sua mamma e cosa succederà, spiegandogli che al momento del parto la mamma andrà in ospedale ma che lui starà con il papà o i nonni e che potrà andare a trovarla quando vorrà.
A volte, quando la madre torna dall’ospedale, il bambino può mettere in atto comportamenti di evitamento o al contrario diventare possessivo nei suoi confronti cercandone continuamente il contatto fisico.
È importante che tali segnali vengano colti dai genitori in modo da riuscire a rendere l’entrata in casa del nuovo fratellino un’esperienza piacevole e un’occasione di condivisione per tutta la famiglia. Il bambino deve venire ascoltato e aiutato ad esprimere i propri sentimenti, anche se negativi, rassicurandolo sul rapporto che ha con voi e facendolo sentire amato.
È importante coinvolgere il bambino in questa nuova avventura anche dal punto di vista pratico, ad esempio nella scelta del nome, degli arredi o del corredo del fratellino e anche dopo la nascita assegnandogli dei piccoli compiti che lo facciano sentire partecipe, ricordandosi sempre però che anche lui è un bambino piccolo e va considerato come tale. Un altro rischio, infatti, è che il bambino assuma atteggiamenti da “genitore” negando i propri sentimenti di gelosia.
Spesso le gelosie possono sfociare in regressioni, il bambino improvvisamente può regredire rispetto alle proprie tappe di sviluppo e iniziare a comportarsi come un bambino più piccolo della sua età, può divenire più esigente, ricominciare a chiedere il ciuccio o a bagnare il letto la notte e possono emergere difficoltà comportamentali.
È dunque essenziale farlo sentire importante e partecipe ma allo stesso tempo, per quanto possibile, ritagliare dei piccoli spazi solo con lui. Sarebbe meglio non far coincidere l’entrata in famiglia del nuovo fratellino con l’entrata al nido o alla scuola dell’infanzia per dare il tempo al bambino di trovare una nuova stabilità all’interno della sua famiglia.
Un’accortezza importante sarà anche quella di chiedere agli ospiti e ai parenti che verranno a casa per conoscere il nuovo arrivato di dedicare le loro attenzioni non solo al piccolo ma anche al maggiore.
L’arrivo di un fratellino viene dunque considerato un fattore di rischio nello sviluppo di un bambino in quanto può essere considerato un potenziale evento traumatico, ma allo stesso tempo è un'esperienza molto preziosa che aiuterà il bambino a relazionarsi con il mondo dei pari e con il mondo esterno, come una sorta di “palestra” delle relazioni sociali in cui potrà sviluppare abilità sociali importanti quali l’empatia, il decentramento, comportamenti pro sociali, il gioco simbolico e il linguaggio emotivo (Dunn, 1993).
Dott.ssa
Greta Nicolini,
La Girandola