COMUNICATO:
Alcune recenti affermazioni del Sindaco a difesa del progetto per la realizzazione del Centro Eventi all’Arena, che non costituiscono novità e che vengono riesumate all’occorrenza, ci inducono ad altrettante precisazioni altrettanto datate. Segno di radicate rispettive convinzioni.
La rocambolesca scelta di perseverare in questa direzione, nonostante la contrarietà ripetutamente espressa da più parti politiche e non, deve infatti oltranzisticamente essere difesa con gli artigli in quanto responsabilità e credibilità di fronte alla città hanno un peso specifico elevatissimo.
Ma che si continui a spacciare quest’opera e gli spizzichi correlati del Pisu come l’unica grande occasione per il rilancio di Verbania non riusciamo proprio a crederci. Per far quadrare in conti in questo progetto, occorre ribadirlo, sono state inserite opere già superate o che non hanno valenze specificamente innovative e la cui utilità e potenzialità nella direzione presunta dovrebbe essere una volta per tutte giustificata in modo dettagliato.
Escludiamo dalle ambiziose aspettative:
- il restauro di Palazzo Flaim avviato con la precedente amministrazione e ora concluso
- l’area servizi per i camper in corso Europa che non costituisce alcuna novità
- la revisione della palazzina all’ ingresso della Biblioteca che migliora un servizio di carattere localistico
- il completamento “in senso qualitativo e simbolico” di piazza Città Gemellate che ha visto la pavimentazione di un percorso che ha dovuto essere rifatto perché si sbriciolava e un manufatto del tipo “voglio ma non posso” che tutto ci sembra tranne quella fontana con “giochi d’acqua” citata nelle relazioni di progetto
- i programmi TeCu senz’altro di pregio culturale, ma operazione di immagine circoscritta al presente
Abbiamo poi un'altra serie di interventi apprezzabili in sé, che però non riteniamo detentori di miracolosi poteri di rilancio e che inquadriamo soprattutto come comuni opere di revisione dell’arredo urbano, in un certo senso dovute, in una qualsiasi città con qualche ambizione di immagine decorosa:
- la creazione di un collegamento tra S.Anna e la Sassonia con un percorso alberato
- la sistemazione delle arginature nella parte terminale del S. Bernardino
- il rifacimento della rampa di risalita dei pesci di fronte all’Ufficio Tecnico
- il potenziamento del verde nella zona del porto.
Rimangono il Business Social Center, cioè la ristrutturazione edilizia in zona Sassonia di una porzione di edificio comunale per realizzare ambienti lavorativi e il Bando di Inserimento Microimprese che potrebbero dare qualche spiraglio di benessere a persone in difficoltà, e il potenziamento della Banda Larga processo già da tempo avviato e inevitabile per stare al passo coi tempi.
Poi c’è il fulcro Cem che, toccando ferro perché non faccia la fine dello stagnante auditorium di Ravello (18 milioni di euro), volendo proprio essere positivi e fidando nelle sue sbandierate potenzialità, potrebbe dare lavoro a un pugno di persone, attirare di tanto in tanto un po’ di congressisti, offrire qualche decina di spettacoli l’anno.
Allora con un’elementare lista della spesa e senza tutta l’enfasi celebrativa contenuta nelle pagine illustrative del PISU che, analizzandolo, si conferma costruito esclusivamente pro Cem, più che per riqualificare un’area degradata della città, vogliamo che il Sindaco ci elenchi uno per uno i vantaggi che possano giustificare un impiego di 17 milioni di euro.
E poi – quante volte dobbiamo ripeterlo anche noi - certo che i finanziamenti non possono essere usati per altro, perché è stata fatta quella scelta lì. Ma quante altre scelte si potevano fare, invece, a favore della città tutta? Non c’erano i tempi? Erano quelli a disposizione di tutti i comuni piemontesi che hanno avuto accesso a i finanziamenti Pisu.
Ma il chiodo fisso era una solo.
Considerando poi che il bilancio comunale per un bel po’ di tempo sarà blindato per la mungitura destinata all’opera e che si sono fatti avanti tempi sono durissimi, la città entrerà in una fase di immobilismo che ne comprometterà vistosamente l’immagine. Fase peraltro già in atto a giudicare da tutte le magagne strutturali visibili e dalle condizioni manutentive generali a cui non si può provvedere perché mancano soldi, come ci sentiamo continuamente ripetere ogni volta ad ogni proposta o richiesta. Una situazione che quindi si consoliderà almeno per alcuni anni.
Ci chiediamo che senso abbia totalizzare tutte le risorse in un unico obiettivo e avere per contro una città che langue dove è vietato coltivare qualsiasi attesa migliorativa. Una città che ha un grande bisogno di essere monitorata, curata e pianificata in senso complessivo.
Che senso abbia che un turista s’incanti per 10 minuti davanti alla sagoma avveniristica del Centro Eventi e poi passeggi tra edifici fatiscenti, facciate piazze anonime, erbacce dilaganti, cestini divelti, aiuole rinsecchite, panchine rovinate, cordoli sbriciolati, marciapiedi dissestati, avvallamenti stradali, lungofiumi degradati, percorsi ciclabili monchi.
A fronte di recenti dati che ci confortano sull’aumento del turismo naturalistico e, supponiamo, di una richiesta di contesti ambientali di qualità e un po’ di nicchia.
Da ultimo, non riusciamo proprio a digerire la contraddizione tra il dire e il fare alludendo all’annuncio elettorale del referendum che è stato bellamente snobbato e che viene invece continuamente sollecitato dalla gente. Ma perché il Sindaco, nonostante tutte le volte che gli è stata richiesta, non ha mai dato una spiegazione di questo diniego ? Questo è il vero fulcro della questione. Il parere dei cittadini.
Glielo diciamo noi perché il referendum è stato eluso. Perché i cittadini si sarebbero espressi secondo saggezza ed ora non saremmo a questo punto. Ma questo significava non poter corrispondere poi alle strategie elettorali, visto che la campagna è stata fatta sulla contestazione del teatro di p.za Fratelli Bandiera e che c’erano gli alleati da accontentare.
Il futuro comunque ci dirà chi è più miope e se i “no” dell’opposizione avranno un senso.