La Città di Verbania lo aveva chiesto e dopo un lungo percorso, una parte del suo territorio è entrato a far parte del Parco Nazionale Val Grande. Ora i confini dell'area protetta sono estesi sino ai crinali del Monte Rosso compreso l'abitato di Cavandone. A nostra memoria la scelta della Città non è mai stata messa in discussione da nessuno, consapevoli tutti, crediamo, che avrebbe comportato un valore aggiunto per il suo territorio, ma anche l'onere di assumerne le tutele e le limitazioni che quella decisione avrebbe comportato.
Non è passato molto tempo dal Decreto di ampliamento che ha esteso i confini e già la Città si trova di fronte a una scelta che forse non si sarebbe aspettata di dover fare. La Società Adler resort Hotel ha presentato un progetto per un importante investimento turistico ricettivo da realizzarsi sulla sommità del Monte Rosso in sostituzione dell'esistente agriturismo.
Il progetto, per quanto noto, non si limita al recupero e al riuso delle strutture edificate presenti, ma prevede cnsiderevoli incrementi della consistenza edilizia sino a triplicarla. Ciò comporterebbe peraltro una contestuale variante urbanistica, modificando le destinazioni d'uso attuali dei terreni. Le difficoltà di accesso veicolare alla sommità del Monte, richiederebbero inoltre l'apertura e l'adeguamento della viabilità sentieristica oggi esistente che collega l'abitato di Cavandone con la sommità, rendendola idonea a sostenere il passaggio veicolare anche dei mezzi pesanti durante la fase di cantiere.
Queste sono le indiscrezioni giornalistiche che sino ad oggi sono trapelate in attesa di conoscere il progetto, non appena saranno pubblicati i suoi contenuti completi.
Se questo è il fatto, ci aspettiamo coerenza da parte della Città che aveva tenacemente difeso la sua decisione di far parte del Parco Nazionale, allineandosi a quello che sarà il parere vincolante dell'Ente Parco e di altri Enti sovraordinati chiamati ad esprimersi che auspichiamo non dovrebbero essere positivi. Una diversa decisione dell’Area Protetta costituirebbe un precedente che incrinerebbe fortemente il suo dovere di essere presidio dell'integrità del Parco stesso. Vorremmo che così fosse, evitando che mirabolanti investimenti siano la ragione sufficiente per giustificare un interesse pubblico che tale non è, essendo prevalente quello della tutela.
In questo quadro stupisce che il Presidente Nazionale del Club Alpino Italiano, Associazione che pure ha un ruolo riconosciuto in campo ambientale, abbia posto la sua firma professionale sul progetto, cosa certamente legittima, ma forse molto inopportuna.
Confidiamo che la procedura di valutazione del progetto che, obbligatoriamente, ha dovuto essere intrapresa, sia svolta con rigore e lucidità così che il suo risultato sia inattaccabile e Italia Nostra, per le ragioni legate ai propri scopi statutari, auspica che i motivi della tutela prevalgano su altri.
Quanto alla Città, questa Associazione, come noto, ha in corso un'interlocuzione con la sua Amministrazione circa i destini dell'ex cascina De Antonis, sul Piano Grande di Fondo Toce. Vorremmo che il contributo di idee che abbiamo offerto diventi serio motivo di riflessione affinché l'auspicato riutilizzo della struttura agricola abbandonata, in funzione di servizi legati al Parco Nazionale Val Grande, sia il vero valore aggiunto che la stessa Città può offrire a sé stessa e ai territori interni del Parco.
La Casa portale del Parco e di tutte le Aree Protette del VCO, valorizzerebbe l'esistenza del PNVG attraverso una scelta che premi la decisione fatta a suo tempo, e cioè che i confini venissero allargati a comprendere anche Verbania.
Ogni diversa "tentazione" che prevalesse in questa vicenda dove gli “investimenti” fossero l’unico parametro di giudizio, sarebbe oggi sbagliata.
La Comunità di Verbania ha al suo interno capacità e energie per far prevalere la migliore scelta .
La Sezione VCO di Italia Nostra APS
Il Presidente
Piero Vallenzasca