Lo spettacolo si basa sulla vera vita di Bruno Schulz, scrittore, giornalista e disegnatore polacco ucciso dai nazisti. Nasce dall’incontro con i testi dello scrittore, uomo schivo e introverso, che portava dentro di sé un ideale: maturare verso l’infanzia. Tornare cioè alla semplicità di essere bambino. Tutta la vita di Bruno è un chiaro esempio di come l’immaginazione sia una potente ancora di salvezza per l’individuo e di come l’essere diverso non precluda nessuna possibilità. La diversità, quindi, come opportunità.