La drammatica vicenda del Mottarone ha toccato tutti noi avvocati, innanzitutto come cittadini, ferendoci nel profondo perché – pur senza voler entrare nel merito della vicenda – appare inspiegabile ed inaccettabile che nel 2021 si possa morire in questo modo in una bellissima domenica di maggio quando, spensierati, ci si gode un po’ di libertà con i nostri cari.
Ma questa tragedia ha colpito noi avvocati anche come operatori del diritto perché abbiamo quotidianamente seguito l’evoluzione della vicenda leggendo ed ascoltando vari commenti sull’operato della Procura e/o del Tribunale, con particolare riferimento al provvedimento assunto lo scorso 7 giugno dal Presidente del Tribunale, Dott. Luigi Maria Montefusco, in forza del quale il fascicolo è stato affidato ad altro magistrato in sostituzione della Dott.ssa Donatella Banci Buonamici che, sino a quel momento, se ne era occupata.
Come Consiglio dell’Ordine, onde evitare travisamenti, abbiamo ritenuto opportuno rilasciare sino ad oggi una sola dichiarazione diffusa sui media locali.
In tale dichiarazione, dopo aver precisato trattarsi di questione interna alla Magistratura- all’esame, in allora, del CSM e del Consiglio Giudiziario – si ribadiva la piena fiducia nella persona del Presidente del Tribunale, Dott. Montefusco, e nella Dott.ssa Banci Buonamici, confidando, inoltre, nell’operato della Procuratrice, Dott.ssa Olimpia Bossi, nella speranza potesse portare avanti, nella massima serenità, un’indagine così delicata.
Quanto recentemente emerso all’esito dell’esame del CSM, se da un lato evidenzia alcune irregolarità nella gestione della disciplina delle assegnazioni sulla base delle tabelle di organizzazione dell’Ufficio GIP/GUP – prive comunque di effetti sostanziali e inidonee ad incidere sulla validità degli atti procedimentali e processuali compiuti –, dall’altro testimonia come la questione sia sorta in ogni caso in seguito all’esigenza degli uffici di gestire una situazione emergenziale ed urgente.
Fermo restando quindi il dovuto provvedimento assunto dal CSM in ordine alle irregolarità di cui sopra, come già detto in sede di Assemblea annuale lo scorso 21 luglio, questo Consiglio dell’Ordine non può comunque accettare che l’eccellenza da sempre dimostrata dal Tribunale di Verbania a livello nazionale – risultato anche di un continuo costruttivo confronto tra la locale avvocatura e la magistratura – possa essere messa in discussione.
E neppure dubita della capacità, correttezza, dedizione e collaborazione dei Magistrati verbanesi, compresi quelli direttamente coinvolti, che da decenni, hanno portato il Tribunale di Verbania ad essere al primo posto in classifica, secondo Il Sole24Ore, in termini di celerità di svolgimento dei processi in materia civile per l’anno 2020 e, in generale, ad essere esempio riconosciuto di velocità ed efficienza; ad analoghe conclusioni può giungersi anche per il settore penale ove, non di rado, affrontiamo processi per fatti accaduti meno di un anno prima della citazione a giudizio.
Ben vengano dunque le riforme dei processi civili e penali, perché tutto è perfettibile, così come i denari del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che, auspichiamo, possano migliorare le infrastrutture tecnologiche e logistiche del Paese e, conseguentemente, l’efficienza generale del “sistema giustizia” ma, consentiteci di affermare che se tutti i Tribunali si trovassero nelle condizioni del Tribunale di Verbania la giurisdizione italiana non potrebbe considerarsi in difficoltà.
Si ricorda inoltre che il Tribunale di Verbania, grazie ai protocolli predisposti e sottoscritti da Avvocati e Magistrati, sia in materia civile che penale, è stato tra i primi, se non il primo, a riprendere l’attività già dall’aprile 2020, consentendo ai nostri Assistiti la legittima e dovuta tutela dei loro diritti.
Ma volendo guardare all’eccellenza del nostro Tribunale osserviamo, facendo un salto nel passato, che siamo stati anche tra i precursori nell’introduzione del PCT (Processo Civile Telematico).
Tutto questo non per giustificare quanto accaduto, ma per riportare i fatti in una giusta prospettiva a tutela del nostro Tribunale e del nostro lavoro da eventuali lesive strumentalizzazioni.
F.to il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Verbania
Avv. Marco Marchioni