Contrariamente a quanto si pensasse in passato i bambini sono fin dalla nascita predisposti alla relazione con l’altro e a ricercarne la vicinanza. Allo stesso modo l’adulto è predisposto a fornire cura e protezione ai più piccoli, queste tendenze innate, all’origine della nostra specie erano indispensabili per garantire la sopravvivenza del bambino.
Inizialmente il bambino ricerca cura attraverso pianto, urla, ricerca del contatto, crescendo le modalità di relazione divengono sempre più complesse e se nei primi mesi la vicinanza, la cura e il conforto vengono ricercati indistintamente in più figure, intorno agli 8 mesi di vita inizia a formarsi un legame preferenziale con la figura principale che si prende cura di lui. È in questa età che si struttura il legame di attaccamento.
Proprio in questo periodo, infatti, emergono la cosiddetta “ansia da separazione” e la “paura dell’estraneo”: il bambino inizia a manifestare timore nell’allontanarsi dalla madre (o dalla figura che si prende più cura di lui) e nell’avvicinarsi a persone estranee. Si tratta di un’ansia e una paura assolutamente normali e fisiologiche che servono al bambino per proteggersi.
È comune notare come bambini di questa età inizino a mostrare stress e a lamentarsi quando a prenderli in braccio non sia la loro mamma, cosa che fino a poco prima non accadeva. Spesso quando si parla di attaccamento si fa riferimento alla mamma, ma non necessariamente la figura di attaccamento principale è la madre, può essere anche il papà o in alcuni casi particolari altre figure che si prendono cura del bambino in modo preponderante.
Sulla base di come la figura di attaccamento risponde ai suoi bisogni, il bambino imparerà a esprimere e regolare le proprie emozioni. Il modello di relazione sperimentato con la figura di attaccamento influenza anche il modo in cui il bambino vede se stesso, gli altri e le sue relazioni influenzando a sua volta le sue modalità relazionali attuali e future, anche da adulto. Le strategie e i comportamenti messi in atto con le proprie figure di accudimento verranno poi riproposti anche in futuro nelle relazioni amicali o sentimentali. Ovviamente eventi di vita importanti possono influenzare tali modalità.
Avere avuto esperienza di una figura di attaccamento sensibile e responsiva permette di sviluppare uno stile di attaccamento sicuro e di essere in grado di ricercare aiuto quando necessario ma anche di sentirsi sicuri di esplorare l’ambiente. Un bambino sicuro, sa che la sua mamma e il suo papà saranno disponibili se avrà bisogno di aiuto (effetto base sicura) ma sarà anche in grado di separarsi da loro per giocare ed esplorare il mondo che lo circonda. I bambini con un attaccamento sicuro sono maggiormente in grado di comunicare le loro emozioni, sono più socievoli con i compagni, sono più autonomi, hanno un miglior controllo di sé.
Al contrario un bambino con un attaccamento insicuro non sarà in grado di separarsi dai propri genitori e di conquistare gradualmente la sua autonomia oppure sul versante opposto sarà eccessivamente autonomo e incapace di esprimere i suoi bisogni di accudimento e le sue reali emozioni.
Come scrisse Bowlby, da cui prese forma la Teoria dell’Attaccamento, essere delle buone basi sicure «consiste nell’essere disponibili, pronti a rispondere quando chiamati in causa ma intervenendo solo quando è chiaramente necessario».
Dott.ssa Nicolini Greta
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
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