Nonostante l’intento lodevole, non può non stupire il progetto per una “movida responsabile” annunciato dall’amministrazione comunale verbanese, e ciò per due motivi.
Il primo: il coinvolgimento dell’associazione 21 Marzo, la stessa che ha organizzato il festival Voobstock e che, cioè, ha infranto la normativa con ripetuti superamenti dei limiti di emissione acustica, tanto da meritarsi una sanzione da 2mila euro. Un festival dove decine e decine di giovani, anche minorenni, sono finiti ubriachi per il troppo bere. Domanda: è a queste persone che si vogliono affidare progetti di educazione giovanile? È con chi vende indiscriminatamente alcolici per tre giorni che si vuole parlare di “movida responsabile” e di prevenzione all’abuso di alcool?
L’altro motivo: che cosa sarebbe successo se una giunta di centrodestra avesse assunto una ditta di vigilanza privata per controllare alcune zone sensibili? È presto detto: si sarebbe parlato di Stato di Polizia, con grande indignazione da parte di chi invece oggi governa "in qualche modo" la nostra città.
Mirella Cristina
Capogruppo di Forza Italia a Verbania