Oggi, 21 Settembre, cade la ricorrenza della giornata mondiale dell'Alzheimer, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel lontano 1994, così, fuoriuscendo dal tema psicologico della rubrica, ho deciso di raccontarvi due storie: una un po’ più vecchia e forse non proprio reale, gira su internet da qualche anno, l’altra più recente, verissima. Nessuna di queste è farina del mio sacco, ma credo trattino il tema della demenza magistralmente.
”Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un’ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un’ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L’anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall’Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po’ tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi: “E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi é lei’?
L’uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ”Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei”
Avevo la pelle d’oca e pensai: “Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita”. Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che é, é stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
Passiamo ora alla seconda storia, della quale sono venuta a conoscenza,grazie all'attenzione di una giovanissima persona che si trova a combattere con questa malattia quotidianamente; una bella iniziativa, ideata da un ragazzo marchigiano, e così ho pensato potesse essere bello condividerla. La storia che sto per raccontarvi la troverete molto meglio scritta su La Stampa.
Luca Vallese, mi pare sia questo il nome, 23 anni, ha una nonna affetta da demenza di Alzheimer, la diagnosi risale al 2008; un giorno, per caso, ha trovato una fotografia della nonna, scattata dalla propria madre, che ritrae l’anziana signora seduta di fronte al mare autunnale, con lo sguardo rivolto all'orizzonte; Luca decide di farsi una fotocopia della immagine della nonna e si rende conto che dopo la fotocopia, la nonna tende a sparire nell'immagine,mentre tutto il resto rimane più definito. Con la voglia di fare di un ventenne e il grande affetto verso la sua nonna, Luca fa vari esperimenti e tentativi,fino a quando trova il giusto effetto.
Il messaggio di Luca è semplice e diretto: la nonna sta sparendo, i suoi contorni sono sempre più sfumati, meno definita. La sensibilità di questo ragazzo ha colto in pieno la complessità di una malattia che ancora oggi la medicina fatica a spiegare. Potete trovare il progetto di Luca sia su Facebook, sia su Instagram, nome delle pagine “My grandma is fading”.
Salutandovi e rimandando i post più classici a settimana prossima, chiedo cortesemente, a chi di voi fosse a conoscenza di iniziative simili, di segnalarmele? Grazie
buona settimana
Mara Rongo
Fonti:
La Stampa del 18/09/2016, “ Il ragazzo che racconta l’Alzheimer con le fotocopie”.