“Ricordo che su sollecitazione di ANCI Piemonte, la Regione ha aperto un tavolo istituzionale con Poste Italiane per affrontare il tema della consegna a giorni alterni e della chiusura dei piccoli uffici postali. Si tratta ovviamente di un tavolo di negoziato, che ha l’obiettivo di mitigare l’impatto delle decisioni già assunte e di quelle future”.
Così il presidente dell’associazione dei Comuni piemontesi Andrea Ballarè, dopo l’allarme lanciato nelle scorse ore dalle organizzazioni sindacali.
“Assieme alle altre rappresentanze degli enti locali – spiega Ballarè – nei giorni scorsi abbiamo chiesto al vice presidente della giunta regionale, Aldo Reschigna, di elaborare un documento contenente importanti proposte di revisione del piano aziendale entrato in vigore nel 2015. Il documento è in fase di elaborazione proprio in queste ore”.
Oltre che in sede regionale, la questione è al vaglio di un altro tavolo istituzionale, aperto a livello nazionale dalla Conferenza unificata Stato-Città, dopo che l’ANCI aveva investito del problema il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa.
“Tra i risultati già ottenuti dal tavolo nazionale - ricorda Ballarè – ci sono la disponibilità di Poste a rivedere alcune delle situazioni più critiche derivanti dall’attuazione del piano del 2015 e la promessa che non verranno operati ulteriori tagli o rimodulazioni nel corso del 2017”.
Resta infine aperto il contenzioso sulla consegna della corrispondenza a giorni alterni, proposto nei mesi scorsi contro Agcom e Poste da 41 Comuni piemontesi e dall’ANCI regionale. “Come è noto, il Tar del Lazio ha rinviato la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea – conclude Ballarè – l’ufficio di presidenza dell’ANCI, riunitosi nella giornata di ieri, ha deliberato di convocare i Comuni per verificare la loro disponibilità a sostenere il prosieguo dell’azione legale. Bisogna che Poste Italiane, pur nella sua autonomia, si renda conto che il servizio assume in molti comuni una valenza sociale. Per questo motivo, stiamo presidiando la questione da un anno e continueremo a lavorare su ogni possibile fronte, anche nella direzione auspicata dai sindacati”.
ANCI Piemonte: Ballarè su Poste Italiane
Riceviamo e pubblichiamo, una nota a firma del presidente dell’associazione dei Comuni piemontesi, Andrea Ballarè: "L’associazione al fianco dei Comuni e dei cittadini. Presidiamo la questione da un anno”.
12 commenti Aggiungi il tuo
Se tutti gli uffici postali chiedessero e la posta venisse consegnata una volta a settimana, il 99% degli italiani non se ne accorgerebbe.
Sveglia! I problemi sono altri
Sveglia! I problemi sono altri
Io, per lavoro, faccio parte di quell' 1% che se ne accorgerebbe subito: ma non credo di avere meno diritti di quell'altro 99% dei iei connazionali!
Come ha opportunamente notato Verbania documenti in questo giornale, il problema dei piccoli comuni sta nel mantenimento delle relazioni sociali delle loro popolazioni.
Niente negozi, niente trasporti (anche perché, quando ci sono, trasportano poche persone), niente scuole, circoli e case del popolo affidate alla gestione dei soci, uffici postali che chiudono o in riduzione di orario. Nella maggior parte dei paesi non risiede più nemmeno il parroco.
I municipi, privi di finanze adeguate sono in crisi istituzionale. Non è un caso che le uniche istituzioni soppresse siano state le Comunità montane. Addio alla cura idrogeologica del territorio.
Cresce la marginalizzazione di intere popolazioni che vivono intorno a noi dalla città.
Questo è il problema in cui si inserisce anche quello specifico degli uffici postali.
Niente negozi, niente trasporti (anche perché, quando ci sono, trasportano poche persone), niente scuole, circoli e case del popolo affidate alla gestione dei soci, uffici postali che chiudono o in riduzione di orario. Nella maggior parte dei paesi non risiede più nemmeno il parroco.
I municipi, privi di finanze adeguate sono in crisi istituzionale. Non è un caso che le uniche istituzioni soppresse siano state le Comunità montane. Addio alla cura idrogeologica del territorio.
Cresce la marginalizzazione di intere popolazioni che vivono intorno a noi dalla città.
Questo è il problema in cui si inserisce anche quello specifico degli uffici postali.
Clerval,
tra tutti i problemi che ha correttamente indicato, l'apertura dell'ufficio postale è il problema minore. Credo anzi che non sia affatto un problema. VB DOC se voleva fare veramente una battaglia giusta doveva proteggere gli altri aspetto da te indicati.
tra tutti i problemi che ha correttamente indicato, l'apertura dell'ufficio postale è il problema minore. Credo anzi che non sia affatto un problema. VB DOC se voleva fare veramente una battaglia giusta doveva proteggere gli altri aspetto da te indicati.
Se HAvF abitasse in un piccolo paese dove l'Ufficio Postale è un elemento vitale della comunità, forse non direbbe certe scempiagini. Di sto argomento abbiamo avuto occasione di parlare più volte ma noto che l'egoismo di qualcuno è in costante aumento, soprattutto di coloro che pensano che tutto si possa risolvere con comuter, internet, mail, homebanking ecc.:piacccia o meno, la realtà italiana è un'altra.
Piaccia o non piaccia, il 50% degli italiani tra 1 e99 anni, non sa usare il computer, non sa cosa sia internet; e nel restante50% buona parte vive in zone ove la ricezione di qualsiasi forma di collegamanto ad internet non funziona: è un dato di cui non si può non tener conto, a meno di chiamarsi renzi.
Vitale perchè la posta in un piccolo paese è come il negozietto che vende di tutto, come la farmacia di paese, come il piccolo municipio, come il bar o circolo e, perchè no, anche come la parrocchia, come il medico condotto:elementi vitali per la sopravvivenza dei piccoli paesi, soprattutto se di montagan. Non ultimo, in assenza di banche, la posta per molti, soprattutto anziani, ha la funzione di sportello bancario, per ritirare la pensione, per depositare quei pochi risparmi, per prelevare se serve, per ricevere il quotidiano cui sono abbonati e la corrispondenza che li lega al resto del mondo.Togliere anche uno solo di questi servizi (perchè in queste situazioni di "servizi" al cittadino trattasi) contribuisce a far venire meno la comunità paesana.Bene ha detto Clerval.
Premetto che non sto polemizzando con il buon Lupus, che rispetto, ma con gruppi politici che abbracciano FALSE BATTAGLIE.
Non si tratta di ora do cancellare uffici postali ma di tenerli aperti a giorni alterni. In questo modo non si altera alcun elemento vitale, anzi l'apertura potrebbe essere anche ulteriormente scagionato ( per esempio 2 gg a settimana ).
Non si tratta di ora do cancellare uffici postali ma di tenerli aperti a giorni alterni. In questo modo non si altera alcun elemento vitale, anzi l'apertura potrebbe essere anche ulteriormente scagionato ( per esempio 2 gg a settimana ).
Caro Giovanni% la mia paura è che l'apertura a giorni alterni sia preludio alla chiusura: in Italia si sa come vanno a finire certe cose....si comincia col poco e si finisce col molto. A parte che non sono mai d'accordo quando si tratta di tagliare "servizi" in qualsiasi campo (...si tagliassero certe pensioni a beneficio di certe minime!!) ma se proprio si deve tagliare perchè non farlo nelle città dove è molto più facile muoversi grazie a bus, tram, metropolitane, alla peggio taxi, per raggiungere altri Uffici Postali??
Per commentare occorre essere un utente iscritto