Tutta la parte logistica e di allestimento per realizzare sei spettacoli in tre luoghi teatrali diversi necessità di molte ore di preparazione. Impossibile improvvisare il tutto all’ultimo momento.
Salvo improbabili "miracoli" del cielo e organizzativi, uno spicchio molto interessante di quanto sarebbe stato proposto a Cavandone può essere visto all’Auditorium S.Anna di Pallanza in Via Belgio. Dalle ore 21, a ingresso libero, saranno proposti:
Ore 21,00
"(S)LEGATI PER SEMPRE
Di Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi ( Milano, Roma)
Una storia vera. C'è una cima da raggiungere. Ci sono due alpinisti. E la corda che mette la vita dell'uno nelle mani dell'altro. C'è la conquista della vetta. E poi c'è l'incidente in alta quota. E c'è quel gesto: tagliare la corda che ti lega al compagno. Ma in questo caso quel gesto salverà la vita di entrambe. E’ la storia di un miracolo. Di un’impresa sovrumana. Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. Di quando la relazione è portata al limite e la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita
(durata un’ora – adulti)
Ore 22,15
LAVORARE… STANCA
con Matilde Facheris ( Bergamo)
ideazione, regia e drammaturgia Matilde Facheris
musiche originali e arrangiamenti di Massimo Betti e Stefano Fascioli
Un monologo con canzoni e musica dal vivo che parte dal racconto semiserio della precarietà totale, lavorativa e sentimentale, dell'attrice che lo interpreta, e approda poi al caso dei suicidi a France Telecom. Lo spettacolo s’interroga sul senso e sull'importanza del lavoro nella vita di ogni essere umano. E' una riflessione sul senso del tempo, un invito a immaginarsi una vita più umana, libera e felice.
Durata un’ora - adulti
Ore 23,30
DEL PIACERE E DEL BISOGNO DEL TEMPO LIBERO
ovvero “SCHERZO in un atto sul tema del tempo libero - tempo lavorativo”
Con: Cristina Castigliola, Paui Galli , MIlano
L’’idea di far vivere sulla scena la portavoce di un sindacato immaginario e l’incontro con “Tragico suo malgrado”, atto unico di A. Cechov scritto nel 1890, i cui temi portanti (svolti in maniera leggera), sono la mancanza di ascolto e i ritmi faticosi e frenetici della giornata di un povero impiegato, oberato d’impegni e commissioni, ritratto di una quotidianità in cui è sorprendentemente facile riconoscersi anche oggi. L’alchimia di questi elementi ha generato una riflessione vivace e anticonformista tra passato e presente per condividere il tema dell’amato tempo libero contrapposto al mondo del lavoro.
Durata venti minuti - adulti