Salvo fatti nuovi sarebbe decisa per il prossimo 2 maggio (la nostra protesta ha contributo a prolungare i tempi di un mese) la chiusura della biglietteria alla stazione di Stresa, l’unica dove fermano i treni internazionali nella zona del Lago Maggiore.
Decisione cervellotica non solo per l’afflusso turistico, le prenotazioni necessarie per i Frecciarossa, l’incasso di decine di migliaia di euro al mese e tenuto conto che hanno già chiuso tutte le altre biglietterie della linea tra Verbania ed Arona.
Trenitalia litiga con la Regione Piemonte per il rinnovo del contratto e chi ci rimette è l’utenza, oltre alla brutta figura con gli stranieri – soprattutto nella stagione estiva – che non si rendono conto di come una stazione internazionale possa restare deserta, anche perché non si possono fare i biglietti per gli Intercity con le macchinette automatiche che – quando non sono scassinate – dovrebbero operare in stazione.
Ovviamente nessuno – salvo la benemerita associazione di questi utenti, che si sgola invano nel deserto - considera anche i problemi quotidiani per le centinaia di pendolari che utilizzano il treno da e per Milano.
In argomento l’on.le Massimo Corsaro (del gruppo vicino all’on. Fitto ed ex deputato PDL - AN) ha anche presentato una interrogazione parlamentare, ma i vertici regionali di Trenitalia non sembrano particolarmente turbati, così come – purtroppo – gli amministratori locali.
Il buon senso è latitante, come spesso succede, il danno è grave ma non si ha il coraggio neppure di spostare una unità di personale da Domodossola, Verbania o Arona per risolvere il problema di Stresa, anzi si toglie quella che resta. Assurdo!