In questi giorni dall’America è arrivata l’ammissione al Big Mini Media Festival di New York nella sezione Best short narrative, ma soprattutto s’avvicina la data in cui la pellicola debutterà in North Carolina.
Al Mc Glohon Theatre di Charlotte questa storia di sentimenti profondi ambientata nella Val Grande del 1944 sarà protagonista di una delle rassegne più interessanti degli ultimi anni: il 100 words film festival, che si tiene il 6 e il 7 novembre.
La filosofia di questa rassegna è l’essenzialità dell’immagine e il suo predominio sulla parola. Vengono scelte solo quelle opere che hanno meno di 100 parole di dialogo. Come, appunto, “Red Ribbon – a love story” che è costruito su un gioco di opposti: la serenità dei selvaggi paesaggi montani della Val Grande contro la violenza delle truppe tedesche che irrompono rastrellando partigiani; e l’amore per la sua donna di un giovane destinato a morire e l’odio di chi ha l’ordine di porre fine alla sua esistenza.
Alla giuria di Charlotte il corto è piaciuto molto e è stato ammesso alla selezione principale. Marcovicchio volerà negli States per presentarlo, per tenere alta la bandiera italiana e per confrontarsi con quel fecondo mondo del cinema internazionale giovane che è amatoriale (il film è a bassissimo budget e autoprodotto) ma che ha grande qualità e potenzialità.
Andrea Marcovicchio ha 26 anni, è di Verbania. appassionato di fotografia e cinema, ha studiato la prima a Milano e ha assecondato la seconda iniziando a produrre corti propri. “Soul”, realizzato nel 2013, è stato premiato a Malescorto e è stato selezionato al Sunscreen Film Festival di Saint Petersburg, in Florida.