Vi scrivo per aggiornarvi sulla situazione dei laboratori Arpa di Omegna, chiusi dal 26 gennaio, e cioè per mettervi a conoscenza degli ultimi sviluppi di una situazione che definire surreale è poco.
Da due mesi la nostra Direzione Generale procede a colpi di direttive e protocolli per sanare situazioni la cui “criticità” non è stata né intuita né valutata: balneazioni, movimentazione ed accettazione campioni, gestione attrezzature, occupazione di spazi, attività ecc.. La procedura è sempre la stessa: di fronte alle necessità operative e funzionali di Arpa (che, è bene ricordarlo, è un soggetto istituzionale con compiti e funzioni definite da leggi nazionali e regionali) la nuova organizzazione dei laboratori genera problemi di tutti i tipi. Per risolverli la Direzione Generale propone soluzioni improvvisate la cui attuazione spetta ai dirigenti di dipartimento, che si trovano a dover gestire un processo di riorganizzazione che definire approssimativo è poco e durante il quale non si sa mai quello che può capitare. Non si può dire che non se la sono cercata.
Ma veniamo alla situazione odierna: 3 lavoratori precari licenziati a fine febbraio ed uno a fine marzo, 2 tecnici di laboratorio costretti a pendolare su Novara, 8 tecnici di laboratorio mandati allo sbaraglio con la qualifica di “osservatori”, e cioè senza alcuna formazione preventiva, in “affiancamento” ai colleghi che lavorano sul territorio, l’accettazione campioni in affanno (anche se i campioni prelevati nella nostra provincia non si analizzano più ad Omegna devono comunque essere registrati in tempo utile per poter essere spediti con corriere a Novara, Vercelli e Cuneo, entro tempi definiti dalle procedure di analisi), visitatori interni ed esterni che attraversano gli (ex) laboratori accompagnati dal direttore del dipartimento di Omegna con le planimetrie in mano, ditte e “gruppi di lavoro” incaricati di portar via le strumentazioni che si avvicendano fra loro (dopo che a febbraio hanno portato via i condizionatori c’è stata un’emorragia di materiale di consumo ed attrezzature non specialistiche: il 30 marzo hanno portato via parte della strumentazione specialistica dei laboratori di chimica come da foto allegata).
Le rappresentanze sindacali hanno continuato, in questi mesi, a segnalare alla Direzione Generale ed ai dirigenti locali problemi di carattere operativo, funzionale, gestionale, lavorativo e sindacale senza ricevere alcuna risposta.
Lo hanno fatto nel silenzio, oltre che della Direzione, anche degli enti locali (Provincia e Comuni) che, con l’eccezione di 4 piccoli Comuni, hanno voltato la faccia dall’altra parte per non contraddire il vicepresidente regionale: citiamo ad esempio l’ingiustificabile SI alla chiusura dei laboratori di Omegna pronunciato dai consiglieri PD di Verbania, che durante il Consiglio Comunale del 5 marzo ha fatto cadere la mozione contro la chiusura presentata da Sinistra Unita e appoggiata da tutte le opposizioni (qualcuno dice per averne in cambio il DEA del capoluogo: bella logica, complimenti).
Insomma, anche se i lavoratori non sono d’accordo e se lavorano sempre peggio senza sapere cosa ne sarà di loro, anche se il “piano di riorganizzazione della rete laboratoristica” procede a scatti e male, anche se l’iter di approvazione del progetto di legge regionale n.92 che prevede la riorganizzazione di Arpa e la decadenza del Direttore Generale sembra accelerare, qui va tutto avanti come se niente fosse.
E’ un muro di gomma, un comportamento inqualificabile da parte di una Direzione che, ai tavoli con l’Amministrazione Regionale, s’è fatta vanto di avere avviato un “confronto” con le parti sindacali che invece, nella sostanza, non c'è mai stato.
Ma la cosa più assurda e surreale è quello che pare succederà agli ex laboratori. Diciamo subito per chi non se lo ricorda che il Dipartimento ARPA di Omegna è nato intorno ai laboratori che, prima della nascita della nostra agenzia, erano in campo alle aziende (allora unità) sanitarie locali. I dieci miliardi di lire ed i quindici anni di lavoro che ci sono voluti per realizzarli parlano chiaro. I laboratori non sono uffici: sono spazi infrastrutturati ed attrezzati, dotati di impianti tecnologici e strumentazioni specialistiche mobili ma soprattutto immobili e cioè incorporate nelle strutture murarie. Un grande valore, funzionale all’uso per i quali gli spazi erano stati progettati. Ebbene, durante l’assemblea dei Sindaci del 27 marzo scorso, il presidente della provincia ha anticipato che il centro per l’impiego di Omegna (che è una struttura provinciale) si trasferirà negli ex laboratori di Arpa.
La notizia è ufficiosa ma è una conferma di quanto si sapeva: da tempo nella nostra sede si avvicendavano voci sulla possibile trasformazione dei laboratori ad uffici per il Comune di Omegna, per il Comando unificato delle polizie municipali di Omegna, Casale Corte Cerro e Gravellona Toce e, infine per il centro per l’impiego provinciale.
Dopo avere buttato al macero la professionalità dei colleghi dei laboratori per risparmiare sugli strumenti, adesso si buttano via 10 miliardi di investimenti fatti con i soldi pubblici e 15 anni di lavoro per cavarne FORSE qualche migliaio di euro d’affitto o magari neanche. MA Che razza di logica è?
L’enormità di questa trasformazione è evidente. Si tratta di ridurre spazi attrezzati con reti tecnologiche ed infrastrutturali e cioè con strumentazioni dedicate specialistiche e non, incorporate nelle strutture murarie a normali stanze d’ufficio. Come dire smontare un motoscafo per venderne lo scafo come barca a remi. Incredibile. Si toglie valore ad un immobile per poterlo vendere sottocosto: nemmeno il peggior agente immobiliare del mondo ragionerebbe così.
I lavoratori di Omegna assistono esterefatti alle trasformazioni volute da una Direzione sull’orlo delle dimissioni ex lege, sempre più distante dalle necessità e dalla realtà operativa e dell’Agenzia. Ancora una volta chiediamo di essere ascoltati. I servizi che Arpa rende alla cittadinanza sono importanti e noi vogliamo continuare a renderli al meglio. Permetteteci di farlo. Fermate la dismissione dei laboratori di Omegna.