Domenica 27 marzo 2022, ore 17.00
Duo viola e pianoforte
LEONARDO TAJO (VIOLA) LAURA COZZOLINO (PIANOFORTE)
MUSICHE DI R. CLARCKE, M. BRUCH, R. SCHUMANN
PROGRAMMA
J. Brahms: Sonata per viola e pianoforte n° 2, Op. 120 (22 min.)
Allegro amabile
Allegro appassionato
Andante con moto
D. Shostakovich: Sonata per viola e pianoforte, Op. 147 (35 min.)
Moderato
Allegretto
Adagio
La musica da camera occupa un posto di rilievo nella produzione artistica di J. Brahms, non solo per il numero e la varietà delle composizioni, quanto piuttosto per la qualità di certi lavori che racchiudono i tratti più sinceri e duraturi della personalità dell’autore. Lo struggente senso di malinconia e di poesia crepuscolare, si ritrova in maniera chiara e precisa nelle stupende tre Sonate per violino e pianoforte,
Nell’Allegro amabile d’apertura della Sonata op. 120 n. 2 un carezzevole primo tema della viola è avvolto dal circolare abbraccio di accompagnamento del pianoforte. L’elemento cantabile e delicatamente intimistico viene fuori sin dal tema iniziale , molto morbido e tenero nella sua sinuosità melodica. Da esso si sviluppa quel gioco delle variazioni in cui Brahms era maestro
L’Allegro appassionato del secondo movimento è uno Scherzo dallo slancio schumanniano, intenso e dalla verve travolgente: nostalgie di gioventù, si direbbe, anche se mai in grado di cancellare l’equilibrio e il senso della maturità raggiunti.Ha un ritmo vivace e impetuoso tra momenti di sospensioni liriche; si richiama maggiormente ad una linea tradizionale,
Nel pensoso Andante con variazioni si ritrova il Brahms più autentico e coerente con se stesso, capace di scomporre e di valorizzare nelle combinazioni armoniche più diverse la stessa cellula sonora. Tutto ritorna luminosamente classicheggiante nel finale prima che la Sonata torni ad immergersi nello stesso clima iniziale di austera malinconia.
L’ultima produzione di D. Shostakovich completata nell’estate del 1975, poco prima della sua morte è la Sonata per viola op. 147. Essa appare improntata ad una netta riaffermazione dei valori più emblematici della tradizione della musica e specialmente della musica russa, nel presumibile intento di ritrovarvi un ancoraggio stabile dopo le vicissitudini artistiche e le alterne vicende civili che hanno contrassegnato la sua presenza di compositore contemporaneo nello Stato comunista nato dalla Rivoluzione d’ottobre.
Il primo movimento Moderato è improntato ad un clima di densa concentrazione concettuale, affidato al pianoforte, preceduto da alcuni pizzicati della viola. I due strumenti si alternano, ma è la viola a dettare i connotati di una cantabile melodia che potrebbe definirsi «neo-romantica», ma di gusto popolare russo.
L’Allegretto enuncia un andamento umoristico e grottesco che sembra sottolineare, in senso vitalistico, il tempo che passa.
La pulsazione del tempo che passa assume particolare rilievo nell’ultimo movimento Adagio. Interessanti sono gli arpeggi del pianoforte alternati agli a-solo della viola. Gli ultimi accenti di questa Sonata sono improntati ad un intenso ripiegamento meditativo.