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Quaretta su ultima riunione sanità VCO

Riceviamo e pubblichiamo, una nota di Augusto Quaretta, in merito alla riunione della Rappresentanza dei Sindaci di settimana scorsa e ai comunicati del Comitato Salute VCO.

Omegna
Quaretta su ultima riunione sanità VCO
“Senza un dialogo aperto, vero e responsabile la sanità del VCO rischia di tornare all’anno zero! E poi basta con quegli imbarazzanti, ingenerosi e vergognosi attacchi all’ospedale di Omegna da parte di qualche pseudo-comitato più concentrato a demolire piuttosto che a costruire!!”.

E’ stata sicuramente una delle riunioni più difficili e complicate quella della Rappresentanza dei Sindaci dell’ASL VCO di giovedì scorso e a un certo punto mi è sembrato di tornare indietro di quasi 25 anni. In questi 25 anni la politica non è stata in grado di dare risposte adeguate alle legittime esigenze e aspettative della comunità del Verbano Cusio Ossola che speravano e ancora oggi non possono fare altro che sperare di poter contare su un sistema di assistenza sanitaria adeguato ed efficace per tutti, dalla Valle Cannobina, all’Ossola, dal Verbano al Cusio.

Mi auguro che tutti a cominciare dai sindaci (e mi ci metto pure io ovviamente!) decidano di intavolare un confronto serio e responsabile per arrivare a definire al più presto il futuro della sanità del VCO, evitando di ergere barricate e aggrapparsi ai campanili perché la nostra provincia, almeno per alcuni temi, la sanità prima fra tutti, dovrebbe ritrovarsi sotto un unico campanile, mettendo al primo posto il bene e il benessere di tutti indistintamente. Tocca a noi decidere se innescare nuove battaglie che ci farebbero perdere altri 25 anni, o finalmente cominciare a ragionare insieme e non solo tra noi amministratori, ma coinvolgendo i protagonisti della sanità e quindi tutti coloro che ci lavorano, dai medici, agli infermieri, alle associazioni di categoria.

Ho sempre pensato e continuo a pensare che un unico, nuovo ospedale sarebbe la soluzione migliore. E se io non faccio testo, mi conforta il fatto che proprio settimana scorsa l’Ordine dei Medici lo ha ribadito con tutta la sua autorevolezza, senza indicare dove, ma concentrandosi sul principio. Resta poi al centro dell’attenzione dei medici e delle comunità le dinamiche legate alla necessaria riqualificazione della medicina territoriale che potrebbe fare la differenza !

A quanto pare la Regione ha fatto un passo indietro sul fronte dell’ospedale unico, proponendo un nuovo possibile modello, garantendo il mantenimento e il rilancio dei 3 ospedali di riferimento. Se questo sarà il nuovo scenario...confrontiamoci, parliamone, cerchiamo di trovare una sintesi dignitosa per tutti; l’alternativa è quella del caos tra politica e interessi locali che ci farà tornare all’anno zero! E la gente non se lo merita.

Volutamente ho sottolineato che gli ospedali di riferimento sono 3; Domodossola, Verbania e Omegna, piaccia o non piaccia a qualche pseudo comitato a cominciare dal Comitato Salute VCO che forse per onestà intellettuale dovrebbe rivedere la propria denominazione, che da mesi sta prendendo di mira l’ospedale di Omegna e quindi il Coq attraverso comunicati stampa ingenerosi, scorretti e anche un po' vergognosi nei quali si afferma, tra le varie volute inesattezze che...”il Coq verrebbe mantenuto in vita a spese del Castelli di Verbania….”.

Niente di più falso oltre che offensivo nei confronti di ci lavora trattato quasi come “mercenario.” Senza trascurare La storia recente insegna e dimostra che l’ospedale di Omegna è l’unico che è stato sacrificato, rinunciando alla sua identità di ospedale generalista così come era stato voluto e costruito con i soldi degli omegnesi e dei cusiani ed è stato “salvato” grazie al progetto pubblico-privato che è ancora in attesa di stabilizzazione.

Questa operazione non ha compromesso nessuno degli altri ospedali.
Mai in nessun contesto amministratori o cittadini di Omegna e del Cusio si sono scagliati contro questo o quell’ospedale, cercando sempre e solo di difendere la propria storia e il legittimo diritto alla salute ovunque! Ora sta a noi la scelta. Guardare avanti con senso di responsabilità o tornare indietro all’anno zero!



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