Ma cos’è una nebulosa ? E’ una nuvola di polvere e gas. Il gas è normalmente costituito da idrogeno, elio e gas ionizzati. Le nebulose possono variare da milioni di chilometri di lunghezza, a molti anni luce. Mentre le nebulose possono essere di dimensioni molto grandi, non sono molto dense. La maggior parte delle nebulose sono descritte come nebulose diffuse, il che significa che non hanno alcun bordo o limite chiaro.
Per gli appassionati dei fenomeni celesti M42 è come il primo amore, e come tale non si dimentica più, ed ogni anno la si riosserva e fotografa quasi per salutarla. La sua singolarità è la posizione che occupa nella costellazione di Orione, ed anche la sua forma ricorda una gigantesca variopinta aquila con le ali aperte in volo.
La Nebulosa di Orione (nota anche come Grande Nebulosa di Orione, Messier 42 o M42, NGC1976) è una delle nebulose più brillanti del cielo notturno. E’ stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese, Nicolas-Claude Fabri de Peiresc (1580-1637), anche se, date le dimensioni e la luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3. Questa nebulosa è visibile nei cieli boreali da novembre a marzo. E’ facilmente individuabile ad occhio nudo, appare come una piccola macchia sfocata nella costellazione di Orione .
M42 ha una distanza stimata dalla terra di 1300 anni luce, che corrispondono a 12.298.000 miliardi di Km, umanamente quasi inconcepibile, ma fisicamente calcolabile, sapendo che la velocità della luce corrisponde a 300.000 Km al minuto secondo. E le dimensioni medie stimate di questa nebulosa sono di 24 anni luce, pari a 227.000 miliardi di Km !!!!
M42 è una nebulosa di tipo diffuso, e la sua posizione situata sotto la cintura del mitologico gigante che raffigura la costellazione ospitante, e si trova nella “spada“ di Orione, come si può vedere nella fotografia.
La nebulosa di Orione è stata la prima nebulosa di cui gli astronomi siano riusciti a scattare una fotografia. Nel 1880 Henry Draper ci riuscì con un telescopio rifrattore di 28 cm. Le prime osservazioni della nebulosa risalgono agli antichi Maya, che vi videro il fuoco cosmico della creazione. Dopo l’avvocato francese Fabri de Peiresc nel 1610, fu menzionata anche da Huygens e da Messier, che ne riconobbe le caratteristiche.
M42 è nota per essere la zona di formazione stellare più vicina al Sistema Solare. E’ una delle nebulose più studiate e conosciute, per la sua importanza come “fucina” stellare.. Non a caso al suo interno infatti ci sono circa 700 stelle che si trovano in diversi stadi di sviluppo. La zona centrale è illuminata da quattro giovani stelle massive che compongono il cosiddetto Trapezio..
L’osservazione diretta di M42 all’oculare di un telescopio amatoriale, offre il suo aspetto in colore grigio nelle sue variazioni chiaro/scure, poiché i nostri occhi non sono in grado di percepire i colori della nebulosa, trattandosi di oggetto molto poco luminoso dovuto agli alti ingrandimenti ed al rapporto di poca luminosità ottenuta. Ma in fotografia M42 diventa spettacolare, mostrando colore rosso, dovuto ai gas ionizzati, ed il colore blu proveniente dalla luce delle stelle più luminose, riflessa da polveri e gas freddi. Come si può vedere nella foto che ho scattato la sera del 16 gennaio 2021 al fuoco diretto di un rifrattore acromatico 120/1000 mm con una fotocamera reflex digitale.
Verbania 16-01-2021 M42 al mio telescopio-
Negli anni 80 l’avevo immortalata con l’uso di una fotocamera analogica e con pellicola diapositiva, e ricordo che allora era stata necessaria una posa con inseguimento visivo di oltre 45 minuti !!!! L’avvento della tecnica digitale ha apportato vantaggi precedentemente impensabili, perché per realizzare la fotografia di M42 che potete vedere di seguito, ho impiegato solamente 10 minuti secondi, sempre con inseguimento motorizzato per evitare il cosiddetto “ Mosso fotografico “……!!!!!
La costellazione di Orione non ospita solo M42, ma anche altre nebulose, come L'Anello di Barnard che è una importante nebulosa che avvolge gran parte dell'enorme complesso delle nubi di Orione , con cui sembra associato. Fu scoperto da William Herschel e si ritiene che possa essere il resto di una supernova. Mentre è difficile osservarlo visualmente, può essere facilmente fotografato con lunghe esposizioni. Altra celebre, sfuggente ed affascinante nebulosa presente è la nebulosa Testa di cavallo (Barnard 33), che non è visibile ad occhio nudo, e molto difficilmente osservabile anche al telescopio, avendo una luminosità molto debole.
E’ chiamata Testa di cavallo perché assomiglia al profilo di una testa e collo di cavallo, oscura e circondata da un alone nebuloso. Altra nebulosa è M43, detta nebulosa De Mairan., anch’essa diffusa, e ad emissione a riflessione, e si tratta di una parte di M42, da cui è separata solo apparentemente da una banda di nebulosità oscure. Si tratta di una parte, la più settentrionale della grande Nebulosa di Orione(M42) dalla quale è separata solo apparentemente da una banda di nebulosità oscure.
A proposito della costellazione di Orione, che ospita così tante bellezze celesti e molte stelle nasciture, non dimentichiamo le sue stelle più brillanti che mostrano il profilo del gigante che le dà il nome, ed in particolare Betelgeuse, la supergigante stella rossa che si vede nell’immagine fotografica a sinistra della costellazione, la quale meno di una anno fa sembrava spegnersi, facendo ipotizzare la fine della sua attività, per poi diventare una supernova.
La stella supergigante rossa Betelgeuse.
Poco tempo dopo tale previsione Betelgeuse continuò a splendere come sempre, e come la si vede al telescopio, nella foto che ho scattato la sera del 11 gennaio 2021 con il mio telescopio Newton 150/1200 mm. Il nome Betelgeuse è di origine araba, e significa “ La mano del gigante ( Orione ) “. Questa stella vermiglia è un vero gigante del cielo, sapendo che il suo diametro è stimato in 1.234.200.000 Km, pari a 8230 diametri del nostro sole, che di per sé sappiamo avere diametro di circa 1.500.000 Km !!!!!!!!
Questo ci fa ancora una volta riflettere sulla nostra incomprensibile convinzione antropocentrica, soprattutto in questo lungo periodo di pandemia che rivela la nostra fragilità umana……..