Nell'ambito della tutela della fauna selvatica la conservazione svolge un ruolo fondamentale ma altrettanto fondamentale risulta essere la "gestione" , in senso più completo, comprensiva di tutte le ricadute sugli ecosistemi complessi e sulla convivenza con le attività antropiche.
Ritengo si debba sollecitare un PROTOCOLLO di INTERVENTO per la gestione dell’ impatto del lupo che preveda, in deroga alla salvaguardia della specie lupo protetta, una modulazione di interventi ben specificati che possano essere autorizzati in funzione della predazione e dei problemi di ordine pubblico nei casi di avvicinamento dei branchi ai centri abitati. Devono inoltre essere sempre consentite agli allevatori azioni di difesa delle greggi con idonee misure dissuasive, compresi gli spari non letali. È questo un sostegno che lo Stato italiano deve garantire agli allevatori di montagna seguendo il percorso compiuto nel rispetto delle normative europee (Wolf Alps, Natura 2000 ecc.) da altre nazioni che nel caso dei grandi predatori hanno previsto e costituito nuclei di intervento specifici che studiano per le Amministrazioni pubbliche le tecniche di difesa nei casi di attacchi e le reazioni dei lupi alle misure dissuasive al fine di adeguare queste ultime secondo le necessità.
È necessario passare ad un controllo delle problematiche in evidente stato di degenerazione. Per evitare che anziché dissuadere i lupi dal presentarsi nei centri abitati si dissuada ad effettuare le segnalazioni delle predazioni. Ciò fa ritenere i dati neppure sempre attendibili. La Regione Piemonte, a differenza di altre regioni , ha demandato negli anni passati in toto ai Parchi la gestione dei progetti lupo (con i relativi finanziamenti europei, l’organizzazione del monitoraggio, la raccolta dei dati sulle presenze e sulla distribuzione nonché sull’impatto sulle attività antropiche della specie ). Visti i risultati del controllo dei Grandi Carnivori, va richiesto un approccio diverso rispetto al passato ai fini della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Il risultato della “predazione nel 2019” nella nostra Provincia lascia allibiti. I dati disponibili sono quelli forniti dal sevizio veterinario DELL'ASL che si limitano alle predazioni "segnalate" su animali domestici mediante le modalità previste dalla Regione. Restano sconosciuti tutti i dati relativi alle predazioni sugli animali selvatici che costituiscono il tassello fondamentale per una visione di insieme obiettiva della problematica. È un chiaro esempio della incongruente modalità di organizzazione delle indagini. L’elefante ha partorito il topolino : si tratta di dati che ignorano il problema della sicurezza che inevitabilmente il lupo porta con sé, che non tengono conto del coinvolgimento del ruolo istituzionale dei Sindaci e che non sono neppure utili per l’obiettivo risarcimento dei danni. Ciò non sminuisce l’importanza del servizio svolto da Polizia Provinciale e Guardiaparco nell’esecuzione dei compiti loro dettati dai funzionari regionali che sono responsabili delle modalità del progetto Wolf Alps dettate negli anni passati , diferenti da quanto attuato con altra attendibilità in altre Regioni con lo stesso progetto Wolf Alps.
Un Protocollo di intervento operativo con le Prefetture e i Carabinieri Forestali potrebbe garantire un più ampio sguardo sulla problematica e sugli interventi di controllo (radio collari) e di dissuasione da concertarsi con ISPRA, Ministero dell’Ambiente ed Associazioni agricole per una controllata diffusione della specie lupo capace di garantire, a differenza di oggi, la concreta tutela delle attività della montagna a garanzia del loro sviluppo.
Alle Province, chiamate ad esprimersi nelle consultazioni alle Leggi Regionali, spettano le considerazioni in merito alla applicazione delle norme e alla necessità di una loro rivisitazione ed è quindi sulle norme che la Provincia si concentra.
Queste vanno valutate con maggior senso di responsabilità visti i rilevanti effetti sulle attività economiche delle zone più disagiate e già afflitte dall’esodo. E’ il caso degli allevatori sugli alpeggi. Non tenendo in giusto conto le problematiche concrete si legittimano i dubbi sulla efficienza ed efficacia delle regole.
Ciò per voler ignorare che uno sconquasso indotto dal lupo, senza la capacità del relativo controllo (piani di gestione delle specie) genera ripercussioni nell’equilibrio dell’ecosistema. E’ una ulteriore motivazione per cui tali norme non possono essere monopolio di “interpretazioni da specialisti” né devono prescindere dalle valutazioni che ne devono fare i Sindaci e le rappresentanze sociali ed economiche degli agricoltori e degli operatori dei territori coinvolti. Inoltre , a causa della drastica diminuzione del personale degli uffici provinciali , più che dimezzato nell’arco degli ultimi anni, l’Amministrazione Provinciale si trova obbligata a rivalutare l’impegno in tutte le sue attività istituzionali compreso l’ambito di supporto a progetti in capo ad altri Enti.
Atteso che i Comprensori Alpini di Caccia hanno maturato una importante esperienza nel censimento, non solo della fauna cacciabile ma anche della fauna selvatica non cacciabile, abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di poter coinvolgere, a titolo gratuito, i Comprensori, ottenendo dalla nuova Giunta Regionale risposta positiva.
Come previsto dalla Regione la Provincia è pronta ad attivare un corso di formazione specifico sul monitoraggio del lupo per chi dovrà operare in tal senso. L’emergenza Covid-19 ha solo ritardato l’avvio.
Il censimento è fondamentale per affrontare il tema del contenimento.
Il Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola
Dottor Arturo Lincio
Lincio chiede protocollo gestione lupi
Lincio chiede un protocollo di intervento per la gestione dei lupi.:“È necessario passare ad un controllo delle problematiche in evidente stato di degenerazione”.
2 commenti Aggiungi il tuo
Non mi stupisco che ancora una volta una certa parte politica dimostri di non volersi informare sulla natura e sull'ambiente, sulla fauna, il suo ruolo e i suoi equilibri.
Del resto sempre la Provincia di recente si lamentava delle troppe aree protette nel VCO.
Ma chi mai si lamenterebbe di avere troppe aree protette?
Dovrebbe essere un vanto avere più aree protette di altri! Non certo una cosa di cui lamentarsi!
La gestione del lupo è già stata ampiamente dibattuta e prevede ovviamente la difesa delle greggi in modo che tale che il predatore non possa accedere alle stesse, ma tra queste NON è e NON deve essere previsto l'abbattimento, se non in caso di estrema ratio, ovvero attacco diretto all'uomo, ma dubito che ciò possa avvenire, considerando che finora non è mai successo proprio per la natura schiva del lupo.
Anche perché non si risolverebbe mai comunque il problema, il lupo c'è e ci sarà comunque.
Bisogna imparare a conviverci e impedirgli di accedere a facili prede, come possono essere gli animali al pascolo.
Si leggono cose del tipo "Ciò per voler ignorare che uno sconquasso indotto dal lupo, senza la capacità del relativo controllo (piani di gestione delle specie) genera ripercussioni nell’equilibrio dell’ecosistema."
Semmai è proprio il contrario! Lo sconquasso lo abbiamo provocato noi portando i cinghiali ovunque e facendoli prolificare, mentre il lupo può aiutarci a controllare la popolazione di tutti quegli ungulati che gioco forza se presenti in gran numero su un territorio sempre più urbanizzato possono causare problemi, cinghiali compresi. O forse anche per questo dà fastidio il lupo? Ridurrebbe le popolazioni di ungulati riducendo quindi le quote cacciabili...
Sulla difesa degli alpeggi, si devono applicare tutte le linee guida già ampiamente comunicate e applicate (anche con appositi fondi) nelle zone dove il lupo è già presente, ma soprattutto bisogna tornare a custodire le greggi.
Il lupo ci sarà sempre, ucciderlo non serve a nulla se non a provocare danni all'ambiente in generale, è un nostro prezioso alleato nel controllare l'eccessiva presenza di ungulati e può anche essere un volano turistico di una natura vera e un ambiente sano.
Serve più cultura, più informazione, più strumenti per difendere le greggi sicuramente, ma non certo il fucile.
Serve invece proprio ascoltare gli esperti!
Leggo sempre con estrema tristezza interventi di questo tipo fortemente basati sul disprezzo dell'ambiente e della natura, ma anche sulla forte non conoscenza degli elementi che la compongono. Nessuno discute o nega la necessità di tutelare le attività agricole degli alpeggi e difendere le greggi, ma bisogna farlo tutelando anche la specie lupo e trovando un equilibrio che non sia sempre quello del fucile (che tra l'altro dà pessimi risultati molto spesso - vedere caso dei cinghiali). Più coinvolgimento degli enti preposti e meno della caccia per cortesia.
Impariamo a tutelare le nostre attività rispettando l'ambiente. Riusciremo mai ad avere amministratori preparati e competenti, che nel caso non lo fossero ascoltassero invece gli esperti e le persone competenti?
Del resto sempre la Provincia di recente si lamentava delle troppe aree protette nel VCO.
Ma chi mai si lamenterebbe di avere troppe aree protette?
Dovrebbe essere un vanto avere più aree protette di altri! Non certo una cosa di cui lamentarsi!
La gestione del lupo è già stata ampiamente dibattuta e prevede ovviamente la difesa delle greggi in modo che tale che il predatore non possa accedere alle stesse, ma tra queste NON è e NON deve essere previsto l'abbattimento, se non in caso di estrema ratio, ovvero attacco diretto all'uomo, ma dubito che ciò possa avvenire, considerando che finora non è mai successo proprio per la natura schiva del lupo.
Anche perché non si risolverebbe mai comunque il problema, il lupo c'è e ci sarà comunque.
Bisogna imparare a conviverci e impedirgli di accedere a facili prede, come possono essere gli animali al pascolo.
Si leggono cose del tipo "Ciò per voler ignorare che uno sconquasso indotto dal lupo, senza la capacità del relativo controllo (piani di gestione delle specie) genera ripercussioni nell’equilibrio dell’ecosistema."
Semmai è proprio il contrario! Lo sconquasso lo abbiamo provocato noi portando i cinghiali ovunque e facendoli prolificare, mentre il lupo può aiutarci a controllare la popolazione di tutti quegli ungulati che gioco forza se presenti in gran numero su un territorio sempre più urbanizzato possono causare problemi, cinghiali compresi. O forse anche per questo dà fastidio il lupo? Ridurrebbe le popolazioni di ungulati riducendo quindi le quote cacciabili...
Sulla difesa degli alpeggi, si devono applicare tutte le linee guida già ampiamente comunicate e applicate (anche con appositi fondi) nelle zone dove il lupo è già presente, ma soprattutto bisogna tornare a custodire le greggi.
Il lupo ci sarà sempre, ucciderlo non serve a nulla se non a provocare danni all'ambiente in generale, è un nostro prezioso alleato nel controllare l'eccessiva presenza di ungulati e può anche essere un volano turistico di una natura vera e un ambiente sano.
Serve più cultura, più informazione, più strumenti per difendere le greggi sicuramente, ma non certo il fucile.
Serve invece proprio ascoltare gli esperti!
Leggo sempre con estrema tristezza interventi di questo tipo fortemente basati sul disprezzo dell'ambiente e della natura, ma anche sulla forte non conoscenza degli elementi che la compongono. Nessuno discute o nega la necessità di tutelare le attività agricole degli alpeggi e difendere le greggi, ma bisogna farlo tutelando anche la specie lupo e trovando un equilibrio che non sia sempre quello del fucile (che tra l'altro dà pessimi risultati molto spesso - vedere caso dei cinghiali). Più coinvolgimento degli enti preposti e meno della caccia per cortesia.
Impariamo a tutelare le nostre attività rispettando l'ambiente. Riusciremo mai ad avere amministratori preparati e competenti, che nel caso non lo fossero ascoltassero invece gli esperti e le persone competenti?
Consiglio a tutti di leggere questa pubblicazione edita dal Parco Nazionale d'Abruzzo, dove il lupo è presente in contingenti numerosi (ben superiori a quelli delle Alpi), dove è presente da più tempo e dove si allevano comunque animali da pascolo, con una convivenza che negli anni è stata possibile.
Contiene molte informazioni utili per capire come agisce e quale ruolo essenziale abbia il lupo.
http://www.parcoabruzzo.it/pdf/lupo.pdf
Inoltre, non so se è visitabile in questo periodo, probabilmente quando torneremo a essere gialli riaprirà, presso il castello di Vogogna, è presenta una mostra dedicata al lupo del Parco Nazionale della Val Grande (non so se ci sia ancora).
Informarsi, leggere, studiare, conoscere, queste sono le cose essenziali per imparare a convivere e risolvere le sfide e i problemi che la natura a volte ci pone.
Certo richiede uno step evolutivo in più, ma lo vogliamo fare o vogliamo restare al medioevo?
Contiene molte informazioni utili per capire come agisce e quale ruolo essenziale abbia il lupo.
http://www.parcoabruzzo.it/pdf/lupo.pdf
Inoltre, non so se è visitabile in questo periodo, probabilmente quando torneremo a essere gialli riaprirà, presso il castello di Vogogna, è presenta una mostra dedicata al lupo del Parco Nazionale della Val Grande (non so se ci sia ancora).
Informarsi, leggere, studiare, conoscere, queste sono le cose essenziali per imparare a convivere e risolvere le sfide e i problemi che la natura a volte ci pone.
Certo richiede uno step evolutivo in più, ma lo vogliamo fare o vogliamo restare al medioevo?
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