Come è noto, tra gli aspetti che hanno reso particolarmente grave la pandemia COVID-19 c’è stata l’improvvisa pressione sugli ospedali di soggetti in condizioni cliniche assai differenti.
E’ di grande importanza poter decidere più velocemente come differenziare la sistemazione dei pazienti in funzione delle loro diverse condizioni cliniche.
Ovvero se destinarli a domicilio, ad aree intermedie o alla rianimazione.
Come si apprende dal Corriere della Sera, uno studio realizzato dall’Università di Firenze con Ospedale Careggi e Fondazione di Brescia, ha identificato sei parametri, ottenibili in due ore dall’ accesso in pronto soccorso con semplici esami.
Un vero e proprio strumento di calcolo delle probabilità di decesso che prevede sei variabili nello schema, con un algoritmo che garantisce un livello di precisione del 90%.
Le variabili sono: età, patologie croniche, frequenza respiratoria, compromissione polmonare, funzionalità renale e conto delle piastrine.
Si tratta di una ricerca di grande importanza perché suscettibile di modificare, sulla base di una valutazione legata a parametri definiti, la destinazione da dare ai pazienti con immaginabili rilevanti effetti per la cura.
Osservazioni queste che non potranno non essere prese in considerazione anche dalla nuova Cabina di Regia provinciale delle R.S.A. per le conseguenze relative alle strutture stesse.
Il Presidente
Dottor Arturo Lincio