Testo e presentazione di Giulia Grassi.L’arte riesce a trasformare in immagini il lato più nascosto della realtà, il suo volto più vero e renderlo accessibile agli occhi di tutti gli uomini.
Tale concetto si concretizza nella ricerca artistica di Leo Ragno che pone la sua attenzione prevalentemente sullo studio della figura umana.
Laureato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Foggia si specializza in grafica con una tesi sulla teoria della percezione: “La percezione del corpo nell’arte del Novecento. Il corpo e la società contemporanea”.
La genesi dei suoi disegni, delle incisioni e dei monotipi evidenzia una ricerca che affonda le sue radici su queste premesse. Scegliere la figura umana come soggetto d’elezione del proprio lavoro significa confrontarsi con un tema complesso. La riproduzione del corpo dell’uomo ha sempre comportato notevoli difficoltà tecniche per gli artisti, dal momento che un tale soggetto è caratterizzato da una varietà di forme, di gesti, atteggiamenti.
Presuppone una grande abilità tecnica e una conoscenza approfondita dei canoni e delle proporzioni del corpo. Fondamentale risulta lo studio del disegno che Ragno pare utilizzare non solo perché funzionale a una maggiore prontezza e facilità d’esecuzione del lavoro, ma anche –e soprattutto –come risultato di un’operazione concettuale. La produzione grafica di Leo Ragno non è marginale rispetto a quella pittorica.
Ragno non si serve di lunghe sedute di posa, né tanto meno si accontenta di una rappresentazione istantanea. L’immagine riprodotta è l’elaborazione di un “ricordo” che lascia la sua impronta sulla carta, una costruzione mentale del soggetto ripescato nella memoria. Un vasto numero di fogli si concentra sullo studio di gestualità e pose. Sono elementi quotidiani di un’iconografia domestica come ci suggeriscono le opere On bed e Phon. In quest’ultimo lavoro Ragno entra senza invasione nella vita privata di una ragazza, introducendo lo spettatore nel rito di una toilette contemporanea.
Lo spettatore si fa specchio dei soggetti rappresentati e richiamando alla memoria l’antico mito dell’immagine riflessa, cerca di interrogarsi sul problema del rapporto con la propria immagine, che caratterizza e scandisce la sua esistenza. L’importanza del segno e della traccia grafica, a cui si è fatto più volte cenno, è ancor più evidente nella produzione a stampa. Pochi segni sono sufficienti a delineare la forma e il ritmo della scena. Diverso, invece, il risultato nell’acquaforte Francesca dove il segno diviene fitto e insistente. Il corpo appare come una massa in movimento, inafferrabile.
Ci ricorda alcuni esiti grafici di Alberto Giacometti, dove«Le persone [...] sono come vincolate a un punto situato all’interno che ci guarda attraverso gli occhi e che sembra costituire la loro realtà».
Così diventa palpabile tutta l’inquietudine e l’angoscia di un corpo seduto a cui l’artista fa più volte riferimento. Nel suo itinerario artistico Ragno compie un processo di sintesi e di astrazione rispetto al soggetto rappresentato. Il volto e il corpo di una persona vanno al di là dell’apparenza:ci sono lo sguardo, l’espressione, gli impercettibili movimenti.
Ogni elemento rivela qualcosa che trascende la mera fisicità̀ e che ci mette a contatto con una sfera di significati più profondi e complessi.Nel foglio bianco l’essere umano cerca di trovare la sua dimensione dell’essere. L’artista sembra concentrarsi su ciò che ha visto in precedenza e gli è sfuggito: lo spazio e il tempo che vive tra lui e il suo soggetto. Giulia Grassi
Officina Di Incisione E Stampa in Ghiffa L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA SARA’ TENUTA NEL RISPETTO DELLE MISURE ANTI COVID-19 CON OBBLIGO DI MASCHERINA INDOSSATA E DISTANZIAMENTO.Leo Ragno “IL RUMORE DEL TEMPO -incisioni e disegni”A cura di Giulia Grassi Testo e presentazione di Giulia Grassi Dal 12 settembre al 4 ottobre2020Inaugurazione sabato 12 settembre2020, ore 18.00Sala Esposizioni Panizza, Corso Belvedere 114, Ghiffa (VB)Orario: da giovedì a domenica, ore 16.00-19.00