Avishai Cohen ha iniziato la carriera affianco a Chick Corea per poi dedicarsi ai suoi progetti musicali come leader ed è oggi considerato uno dei più grandi bassisti del mondo. Le sue ricche composizioni con brani in ebraico, spagnolo e ladino uniscono le radici israeliane con un background jazz.
Nato nel 1970 a Kabri, un kibbutz del nord d’Israele da una famiglia di musicisti, Cohen inizia a 9 anni lo studio del pianoforte, abbandonato 5 anni dopo in favore del basso elettrico, ispirato da Jaco Pastorius. Solo all’età di 16 anni inizia lo studio del contrabbasso, guidato dal maestro Michael Klinghoffer. A 18 anni si trasferisce a New York e, come egli stesso afferma, il suo primo anno di permanenza fu il più difficile della sua vita: per guadagnarsi da vivere suonava nelle strade e nei parchi.
Per tutta la prima metà degli anni Novanta lavora unicamente in piccoli jazz club fino a quando, nel 1996, inizia a collaborare con Chick Corea, firmando il suo primo contratto. La collaborazione con il pianista statunitense è determinante: riesce ad arrivare ai grandi festival jazz di fama internazionale e, proprio sotto l’etichetta Stretch records di Corea, incide i suoi primi 4 CD da leader. Ha lavorato, tra gli altri, anche con Bobby McFerrin,
Roy Hargrove, Herbie Hancock, Kurt Rosenwinkel, Nnenna Freelon, Paquito D’Rivera, Alicia Keys oltre che con la London Symphony Orchestra e la Israel Philharmonic Orchestra.
Cohen suona e canta superbamente e spesso dà sfogo al suo amore per la melodia così come per l’arte dell’improvvisazione. L'album 1970 mette in evidenza proprio questo lato melodico senza però compromettere la sua integrità artistica. Successore senza dubbio degno del precedente album From Darkness del 2015, 1970 vede il bassista e cantante svelare 12 pezzi che spaziano da brani originali in inglese Emptiness e Blinded fino a ritornelli vivaci di canzoni popolari del Medio Oriente.
Lo scorso 7 giugno è uscito Arvoles, il nuovo album di Cohen, su RazDaz Recordz, l'etichetta indipendente da lui fondata. Arvoles significa “Alberi” in Ladino (la lingua antica parlata dai Sefarditi, popolo della diaspora) ed è una vera e propria dichiarazione musicale che si mescola al DNA di Avishai e rappresenta le sue origini.
Questo nuovo progetto musicale offre nove composizioni originali con un nuovo punto di vista che non disdegna una matrice soul, affrontata precedentemente anche con 1970.
L'album farà fluttuare leggeri tra le diverse composizioni donando una sensazione reale di gioia. Questo disco è una sorta di manifesto del nuovo percorso dell'artista che presenterà in tour con il suo trio composto da Elchin Shirinov (pianoforte) e Noam David (batteria).
Biglietteria e informazioni.
Biglietti: € 20,00.
Il concerto è alle ore 21.00. Apertura della biglietteria serale al Maggiore alle ore 20.00.
Il concerto rientra nell’abbonamento Jazz in Trio: € 70 per i 5 concerti jazz.
Info e prevendita: www.stresafestival.eu | boxoffice@stresafestival.eu | 0323 31095.