In scena ci saranno otto Antigoni a rappresentare il ruolo complesso e assoluto dell'eroina.
Come scrive Claudio Magris Antigone può rivelarsi ribelle, dolente, eroica, martire, figlia, ma soprattutto Antigone è la sorella, che si oppone alle leggi della città in nome dei diritti sacri della famiglia e del sangue.
Da quando Sofocle ha messo in scena la figlia di Edipo nel suo confronto epocale con il re di Tebe Creonte, Antigone è stata elevata a modello della ribellione individuale contro la sopraffazione dello stato e raramente, nel corso della sua storia post-sofoclea, ha potuto abbandonare questo ruolo.
Dovunque vi siano discriminazioni razziali, conflitti, intolleranze religiose, dovunque una minoranza levi la sua voce a reclamare giustizia, Antigone torna ad assumere il ruolo dell'eroina che sfida i regimi totalitari in nome di una pietas universale che «si estende dai fratelli di sangue a tutti gli uomini sentiti come fratelli, superando così ogni ethos tribale-nazionale»
La tragedia che viene rappresentata è il conflitto fra legge e comandamento morale, i quali hanno entrambi un loro valore. Ma l'Antigone e' la tragedia, perennemente attuale, del nostro dovere di scegliere tra questi valori, con tutte le difficoltà, gli errori e anche le colpe che questa scelta, nelle singole circostanze storiche, implica.
Un saggio-spettacolo che merita d'essere visto per riflettere e non dimenticare le innumerevoli Antigoni che anche oggi, in questo stesso momento, continuano a seppellire fratelli, figli, padri, compagni stroncati dalla violenza degli uomini.