Avuto riferimento all’Assemblea del 18/12/2013 dei Soci di Acque Nord, avente all’ordine del giorno l’approvazione della fusione con la Società Acque Novara VCO Spa, non deliberata stante l’astensione del Comune di Gravellona Toce che ha fatto venir meno il quorum deliberativo previsto dallo Statuto, preso atto della richiesta oggi indirizzata al CdA di Acque Nord dal Commissario straordinario del Comune di Verbania, dai Sindaci di Cannobio, Cossogno, Casale Corte Cerro, Baveno ed altri di convocazione urgente di altra Assemblea straordinaria con il medesimo ordine del giorno – evidentemente confidando in una diversa maggioranza assembleare, sufficiente per l’approvazione della proposta, nonostante l’assenza di qualsiasi approfondimento e/o auspicata confutazione delle perplessità già evidenziate dal sottoscritto - al fine di informare, in assoluta trasparenza, i Cittadini ed i lavoratori della Società – che già avevano espresso, in apertura di Assemblea, condivisibili perplessità sul percorso di fusione così come intrapreso – il Sindaco del Comune di Gravellona Toce precisa quanto segue, così riassumendo il proprio pensiero già espresso in seno all’Assemblea e risultante dai verbali della stessa:
1) Il progetto di fusione approvato dal Cda di Acque Novara VCO il 23/9/2013 ha previsto un rapporto di concambio di 101 azioni ordinarie della società incorporante per 17 quote di Acque Nord, a fronte di un progetto concordato a gennaio 2013 e ribadito dal CdA di Acque Nord il 2/10/2013 di 133 azioni dell’incorporante ogni 10 quote dell’incorporata. Pur ritenendo il progetto di Novara estremamente più sfavorevole (il rapporto di concambio si riduce ad 1/3 di quello concordato a gennaio e ritenuto equo dagli esperti), l’Assemblea dei soci di Acque Nord il 24 ottobre dava mandato al CdA di approvare comunque il progetto di Novara, nella prospettiva di addivenire quanto prima alla fusione e nella consapevolezza che la società non distribuirà utili, a condizione che fosse contestualmente adeguata la rappresentanza assembleare e la governance a quanto previsto dall’Accordo di programma del dicembre 2006. Il Presidente di Acqua Novara VCO, Dott. Gasparini, intervenuto all’Assemblea di Acque Nord, si era conseguentemente impegnato a porre la questione all’OdG dell’Assemblea di Acque NO-VCO;
2) All’Assemblea tenutasi a Novara il 5/12 scorso, preso atto che l’OdG prevedeva di deliberare solamente sulla fusione e nulla diceva degli adeguamenti statutari onde garantire la rappresentanza e la governance in conformità all’Accordo di programma, chiedevo espressamente che tale questione fosse comunque discussa, costituendo il chiarimento sul punto un presupposto indefettibile per deliberare la fusione. L’Assessore del Comune di Novara glisssava, sostenendo di non avere delega per discuterne, ma lasciando chiaramente intendere l’indisponibilità del suo Comune ad accettare una significativa riduzione del proprio peso assembleare, quale conseguenza di una rappresentanza per popolazione anziché per azioni possedute, come prevede espressamente l’art. 3 lett. a) dell’accordo di programma. Il Sindaco del Comune di Bellinzago aggiungeva che l’intero accordo di programma doveva ritenersi essere venuto meno, essendo cambiata sostanzialmente la composizione della rete territoriale del VCO dalla data della sottoscrizione ad oggi: allora era prevista la confluenza in Acqua No-VCO dell’intero territorio della nostra provincia, mentre oggi una parte consistente è confluita nel GUA Idra Blu; conseguentemente, a suo dire, deve essere rimessa in discussine sia la rappresentatività assembleare che la governace, non ritenendo i Comuni della bassa novarese accettabile che il VCO esprima due Consiglieri d’Amministrazione, di cui uno con veste di Presidente (così come prevede l’art. 5 dell’accordo di programma), in difetto della fusione anche di Idra Blu. A fronte di tale scenario, ho ritenuto di astenermi dal votare la fusione, mancando un quadro chiaro e condiviso su quale sarà all’esito la situazione per il VCO, sia sotto il profilo del peso assembleare che della governance.
3) All’Assemblea di Acque Nord del 18/12/2013, ho sottolineato quanto emerso nell’assemblea di Acqua No-VCO, ribadendo la necessità che, prima di deliberare la fusione, fosse fatta chiarezza in ordine a rappresentatività del nostro territorio in Assemblea ed in CdA della società incorporante. Se anche fosse ipotizzabile una rinegoziazione dell’accordo di programma, tanto deve a mio avviso avvenire prima di deliberare la fusione onde almeno chiarire: quale quota del piano di investimenti sarà destinata al VCO; la sorte della sede operativa e degli uffici sul nostro territorio e le modalità di impiego del personale dipendente di Acque Nord; i criteri per l’assegnazione degli appalti di lavori sul nostro territorio e le prelazioni da riconoscersi alle imprese locali ecc. Purtroppo l’Assemblea ha ritenuto che tale chiarezza preliminare fosse un pretesto per differire la fusione, chiedendo di votarla ad ogni costo, con un vero e proprio salto nel buio. La mia astensione, che ho ritenuto e ritengo doverosa, ha fatto venir meno il quorum deliberativo e la fusione non è stata approvata.
Avendo il sottoscritto, all’esito dell’Assemblea, investito formalmente della questione il Presidente della Provincia del VCO, nella veste di Vicepresidente dell’ATO, chiedendogli di attivarsi nel contesto dell’Autorità d’ambito al fine di chiarire definitivamente le questioni in sospeso e poter così addivenire alla fusione con tutte le garanzie necessarie a tutela dei Cittadini del nostro territorio e dei lavoratori di Acque Nord, francamente precipitosa e sorprendente ritengo la richiesta di riconvocazione dell’Assemblea straordinaria, senza neppure aver consentito al Presidente Nobili di attivarsi, come da impegno assunto, onde contribuire a chiarire preliminarmente le questioni in sospeso, fermo l’impegno già espresso dal sottoscritto di adeguare le proprie decisioni di conseguenza. Non mi rimane che prenderne atto.
Gravellona Toce, 27/12/2013
Massimo Giro