Il cyberbullismo è una forma di prevaricazione prolungata nel tempo (tra minorenni) volta a creare danno ad una o più persone più deboli attraverso internet e i social. Tutto ciò può avvenire attraverso la diffusione di fotografie, video o informazioni private, l’invio di messaggi offensivi su social, mail, chat, blog ecc.., attraverso la creazione di profili falsi o anche attraverso l’esclusione volontaria di una persona da un gruppo.
I giovani d’oggi possono essere definiti nativi digitali, conoscono alla perfezione come funzionano smartphone, tablet e pc, ma nonostante questo, non comprendono fino in fondo le conseguenze delle loro azioni in rete, che, in alcuni casi possono addirittura sfociare nell’illegalità attraverso per esempio la creazione di profili falsi.
Internet è uno strumento di conoscenza e condivisione, importantissimo per i giovani e di grande potenzialità, se utilizzato in modo consapevole. È importante che genitori e insegnanti diano ai giovani gli strumenti necessari per poterlo fare.
I giovani non si rendono conto degli effetti che provocano con gli insulti in rete e di come possano creare danni al benessere psico-fisico di chi li subisce. Nel cyberbullismo l’anonimato, l’assenza di contatto diretto e di limiti spazio-temporali fanno sì che il bullo tenda più facilmente a giustificare i propri comportamenti banalizzandoli, come se non si trattasse di un mondo reale. I dati di un’indagine affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze stimano che il 40% dei giovani tra i 14 e i 16 anni passino più di 5 ore al giorno connessi ai social, più di quanto ne passino nelle interazioni dirette. Possiamo dunque affermare che per loro il mondo virtuale è in realtà più reale di quanto immaginiamo ed è anzi uno strumento molto potente che amplifica gli effetti di ciò che accade al suo interno. Infatti il destinatario degli insulti non è solo la vittima, ma tutto il popolo di internet che diventa un mezzo di riconoscimento sociale e che essendo spettatore fa sì che l’insulto sia ancora più mortificante per la vittima.
Da queste ricerche emerge come l’11% dei giovani approvi gli insulti sui social, considerandoli una libertà di espressione, e il 13% afferma di aver insultato un personaggio pubblico on line. Il 29% ha messo “mi piace” a post offensivi verso un coetaneo, 1 su 10 ha insultato un coetaneo sui social e il 28% di questi afferma che di persona non avrebbe avuto lo stesso comportamento.
I motivi principali di scherno sono l’aspetto fisico, l’essere troppo poco trasgressivi, la sessualità, l’essere troppo infantili, la religione, l’isolamento sociale e in linea generale tutto ciò che non aderisce ai loro canoni.
Tra i servizi gratuiti offerti da Generazioni Connesse a cui è possibile rivolgersi ci sono:
- Linea di ascolto 1.96.96, Child Helpline (anche via chat) attiva 24/7, gestita da Il Telefono Azzurro
- http://www.azzurro.it/it/clicca-e-segnala di SOS Il Telefono Azzurro Onlus e www.stop-it.it di Save the Children Italia Onlus per segnalare materiale illegale in rete
È possibile anche rivolgersi ai servizi presenti sul territorio di appartenenza quali il Consultorio Familiare, il servizio di Neuropsichiatria Infantile, centri specializzati sul bullismo o in generale sul disagio giovanile. Nel caso in cui si ritenesse di trovarsi di fronte ad un reato, come il furto d’identità o a qualche forma di persecuzione che possa comportare un rischio significativo per il minore, è possibile rivolgersi anche alle Forze di Polizia per un approfondimento della situazione. I riferimenti a cui rivolgersi sono: Polizia di Stato – Compartimento di Polizia postale e delle Comunicazioni, Polizia di Stato – Questura o Commissariato di P.S. del territorio di competenza, Arma dei Carabinieri – Comando Provinciale o Stazione del territorio di competenza, Polizia di Stato – Commissariato on line (attraverso il portale http://www.commissariatodips.it).
È chiaramente impossibile eliminare tutti i pericoli presenti sul web, ciò che si può fare è intervenire fin da subito con i più piccoli con interventi di sensibilizzazione a scuola atti a promuovere una maggiore consapevolezza sul disagio che può scaturire da esperienze di questo tipo, un maggior senso di responsabilità sulle azione compiute sui social e a favorire lo sviluppo di comportamenti prosociali.
Dott.ssa Nicolini Greta
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it