Che sia un’emergenza ce lo ricordano gli episodi di cronaca -più di cento sono stati i casi di crolli nelle scuole negli ultimi tre anni, solo nell’ultimo mese il crollo dei soffitti a Nichelino e Padova- ma ancor più i numeri: il 46,3% degli edifici scolastici del Piemonte necessitano di interventi di manutenzione urgente nonostante nel 61,3% delle scuole si siano realizzati interventi negli ultimi 5 anni. Sono i dati che emergono dal XVII Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica che stila una graduatoria dei capoluoghi di provincia più virtuosi sul fronte delle strutture e dei servizi scolastici della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Il Rapporto è stato presentato oggi a Roma nell'ambito del primo Forum dell'edilizia scolastica organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, occasione pensata per far incontrare e confrontare sull'argomento istituzioni locali e nazionali, imprese e progettisti, mondo dell'educazione e associazioni, ma anche per far conoscere quelle buone pratiche già in atto nel Paese che dimostrano che è possibile avere scuole sicure, sostenibili e innovative.
In questi ultimi anni sul fronte dell'edilizia scolastica si è aperta una nuova fase, che ha visto la nascita di una Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio e l'arrivo di risorse ad hoc. Ma la strada è ancora in salita: se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono troppo a rilento, soprattutto quelle relative all'adeguamento sismico e all'efficientamento energetico. Su 43.072 scuole in Italia solo il 9,2% degli interventi ha inciso su questi temi negli ultimi dieci anni. In particolare, sono 382 gli interventi di adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423 quelli per l'installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche l'adeguamento alle norme antisismiche e l'efficientamento energetico. Nonostante i finanziamenti, gli edifici scolastici italiani rischiano di rimanere insicuri e di continuare a spendere ogni anno 1,3 miliardi di euro per l'energia. Per molti Comuni, infatti, i bandi rimangono inaccessibili e i progetti più urgenti di messa in sicurezza e riqualificazione energetica non partono.
“E’ del tutto evidente da questi numeri che non basta stanziare risorse, perché troppo spesso i bandi vanno deserti per l’impossibilità di partecipare da parte dei Comuni e che non basta realizzare migliaia di interventi se non si ha una bussola rispetto alle priorità di intervento e agli obiettivi -dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Il rischio altrimenti è quello di finanziare interventi che sono solo di manutenzione o magari che realizzano solo l’efficientamento energetico senza intervenire sulla statica, con evidente dispersione di risorse pubbliche. Occorre dunque disporre di un’analisi oggettiva dei bisogni, rispetto alla quale con il Rapporto Ecosistema Scuola contribuiamo, attraverso la fotografia di un campione di circa 6000 scuole dei Comuni capoluogo di provincia. Non sono oggi più accettabili, infatti, ritardi rispetto alla integrale pubblicazione di una completa e Anagrafe scolastica che contenga informazioni aggiornate sui circa 43 mila edifici scolastici, oggi purtroppo ancora incompleta per quanto riguarda le certificazioni. In particolare bisogna, quanto prima, avere per ogni edificio un’analisi dello stato di salute e delle emergenze che riguardano la manutenzione, della condizione statica ed energetica”.
Graduatoria Piemonte – Tutte le città piemontesi partecipano all'indagine di Legambiente piazzandosi tra le prime cinquanta in graduatoria: Verbania e Biella nella top ten al 9º e 10º posto, Torino 16º prima tra le grandi città, Asti 27º, Cuneo 36º, Alessandria 37º, Vercelli 46º, Novara 47º. Vetusto il patrimonio immobiliare degli edifici scolastici del Piemonte: il 76,1% degli edifici è stato costruito prima della legge antisismica del '74 con destinazione d'uso non solo come scuole (81,6%), ma anche alcuni edifici storici (16,7%), abitazioni (0,9%) e caserme (0,2%). Solo lo 0,4% è stato costruito secondo i criteri della bioedilizia e l'1,2% con criteri antisismici. Il 2,4% degli edifici ha avuto la verifica di vulnerabilità sismica a fronte del 31% della media nazionale, un dato che si accompagna a quello relativo alla percentuale di edifici che hanno bisogno di manutenzione urgente che sono ancora il 46,3% a fronte del 39,4% della media nazionale. In più va preso in considerazione il fatto che solo nel 6,2% degli edifici sono state effettuate le indagini diagnostiche dei solai, mentre solo il 2,5% ha avuto interventi di messa in sicurezza. Il 61,3% delle scuole piemontesi (ben al di sopra della media nazionale che è del 46%) ha goduto negli ultimi anni di interventi di manutenzione straordinaria: 25.442 euro di media per singolo edificio nel 2015 e negli ultimi 5 anni 27.198 euro. Torino e Novara sono le amministrazioni che hanno investito di più. Buona è la situazione delle certificazioni cui sono dotate le scuole: collaudo statico (57,6%), idoneità statica (52,7%), agibilità (73,3%) e quella igienco-sanitaria (86,4%), più bassa rimane la percentuale della certificazione di prevenzione incendi, il 28,5% a fronte del 42% della media nazionale. Passando in rassegna anche i servizi e le buone pratiche delle scuole piemontesi si scopre che il 6,4% dei plessi è servito dal pedibus, l'89,2% ha mense in cui sono serviti pasti bio e prodotti a qualità controllata, l'83,3% delle mense privilegia prodotti a km0, il 76,7% delle scuole utilizza fonti di illuminazione a basso consumo, mentre invece risulta scarso l'utilizzo di fonti rinnovabili fermo al 7,9%.
Graduatoria nazionale – Quest'anno a conquistare il podio della classifica è Piacenza, che spodesta Trento (3°) e primeggia su Parma (2°) grazie a dati di eccellenza legati alla sicurezza, alla riqualificazione degli edifici ma anche alle buone pratiche relative alla mobilità. Piacenza vanta tra l'altro 15 linee di pedibus che coinvolgono 7 scuole cittadine, aree di sosta di fronte le scuole e attraversamenti pedonali. L'87% delle mense scolastiche offrono pasti bio e prodotti di origine controllata come IGP e DOP, la metà degli edifici utilizza energie alternative e il comune di Piacenza vanta una scuola in classe A. Secondo posto in graduatoria per Parma, che torna dopo due anni di assenza dimostrando il suo impegno investendo mediamente per edificio nella manutenzione ordinaria (€ 157.976) e dotando tutte le scuole di certificazioni di collaudo statico, agibilità, prevenzione incendi e impianti elettrici a norma. A seguire nella classifica le due new entry Prato (4º) e Bergamo (5º), e poi Reggio Emilia (6º), particolarmente attenta ai progetti educativi, Pordenone (8º), che usa i fondi che provengono dai risparmi in bolletta e dai conti energia per riqualificare gli edifici scolastici, Verbania (9º), dove negli ultimi 5 anni sono stati eseguiti lavori di manutenzione straordinaria, si fa la raccolta differenziata di tutti i materiali e nell'80% delle mense scolastiche vengono utilizzati pasti bio e Biella (10º) che migliora la classe energetica degli edifici con due terzi degli immobili in classe B e C. Il Sud resta sempre in coda, ad eccezione di Chieti (30º), L'Aquila (38°), Napoli (39º) e Lecce (42º) che si posiziono a metà graduatoria. Rispetto alle grandi città è sempre il Nord a confermarsi in testa alla graduatoria di Ecosistema Scuola con Torino (16º), Firenze (19º) e Milano (32º), mentre quelle del Sud si intravedono a partire dalla 39º posizione con Napoli, Venezia (52º) e Bari (60º) posizionate oltre la linea di mezzo. Stabili rispetto allo scorso anno, nella parte bassa della classifica, Genova (71º), Palermo (78º), Reggio Calabria (84º), chiude la graduatoria Messina (86º).
XVII Rapporto Ecosistema Scuola: