La proposta di "Neoregionalismo" della Società Geografica parte da uno studio del 1999 che
già prevedeva un ridisegno dei confini regionali volto a snellire la macchina burocratica e amministrativa delle Province e delle Regioni, oltre che a rivedere il territorio secondo criteri geografici, demografici, culturali, infrastrutturali e sociali.
“Le nuove regioni sarebbero il risultato di un’aggregazione intercomunale – spiega il Presidente della Società Geografica Italiana, Sergio Conti -. E non di un accorpamento delle province così come previsto dal ddl costituzionale approvato negli scorsi giorni.”
Si tratta di un disegno programmatico che trascende le consolidate suddivisioni amministrative provinciali e regionali. Competitività, sostenibilità ambientale, innovazione socio - culturale rappresentano i nuovi assets strategici su cui fondare una
possibile proposta.
L’obiettivo, secondo la Società Geografica, è quello di proporre un’organizzazione dell’Italia articolato in una molteplicità di centralità strategiche secondo l’individuazione di una pluralità di “nuovi fattori di localizzazione” che sostengano un ritaglio amministrativo adeguato al territorio.