Il nuovo Codice Appalti, da poco approvato dal Governo, prefigura scenari finora inediti, facendo pensare a un radicale cambiamento del sistema delle gare pubbliche e delle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'energia, dei trasporti e dell'acqua.
Il settore idrico, in particolare - più antico tra i servizi pubblici - viene profondamente coinvolto sia nel provvedimento di recepimento delle direttive, sia in quello di riordino della materia dei contratti pubblici. Il nuovo testo, in coerenza con le direttive che ne rappresentano la premessa, si propone un ambizioso obiettivo: quello di coniugare le esigenze, finora ritenute in potenziale conflitto, dell'efficienza della spesa pubblica e della concorrenzialità degli affidamenti.
Sinora lo scenario normativo e industriale di riferimento era stato caratterizzato da una certa rigidità che ha prodotto "cristallizzazione tecnologica" e autoreferenzialità contrattuale da parte delle società di gestione del S.I.I. A trasparire è una spinta verso l'innovazione, che si percepisce nella crescente flessibilizzazione delle procedure di gara, volta ad attivare virtuose sinergie tra mondo della ricerca tecnologica e quello della committenza pubblica.