Questa la risposta in forma scritta all'interrogazione avanzata nei giorni scorsi dall'on. Enrico Borghi (Pd) che, all'indomani della campagna mediatica contro i lavoratori italiani in Canton Ticino, si era rivolto alla Farnesina chiedendo un intervento.
Ecco di seguito la risposta integrale fornita dal rappresentante del Governo italiano al parlamentare democratico:
"Con riferimento alle iniziative del Governo tese a interrompere una retorica discriminatoria ed offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino, si premette che la questione investirebbe, secondo dati del 2012 dell'Ufficio Federale di statistica svizzero, 55.554 connazionali (ovvero un posto di lavoro su quattro in Ticino).
Ai frontalieri, poi, si aggiungono gli artigiani che in virtù degli accordi bilaterali di libera circolazione varcano la frontiera e lavorano a fattura insieme ai propri dipendenti a costi più competitivi di quelli presenti sul mercato ticinese. La campagna contro i frontalieri è da inquadrare nel contesto pre-elettorale delle elezioni comunali del 14 aprile a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte.
L'Unione Democratica di Centro del Ticino, che ha posto il tema dell'afflusso in Ticino di lavoratori frontalieri provenienti dall'Italia al centro della propria campagna politica, ha inteso cavalcare sia il disagio percepito dalla popolazione ticinese per il numero crescente di questa categoria di lavoratori (in aumento nel 2012 del5,9% rispetto al 2011) e per i loro presunti effetti distorsivi sui salari e sull'economia locale, sia l'ondata di cordoglio provocata dalla recente scomparsa, il 7 marzo u.s., di Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei Ticinesi.
Una analoga campagna, aggressiva e discriminatoria, se possibile di livello ancora più aspro, era stata condotta nel 2010-2011. Nell'informare che non sono giunte né all'Ambasciata d'Italia a Berna, né al Consolato Generale d'Italia a Lugano- che da sempre mantengono una elevata vigilanza sulla questione - comunicazioni da parte della collettività residente o da associazioni o patronati, giova sottolineare che il tema si riallaccia a una questione più ampia che riguarda tutti i cittadini della UE.
Lo scorso l° maggio, il Consiglio Federale ha infatti reintrodotto il contingentamento dei permessi di soggiorno nei confronti dei cittadini di otto Stati della UE (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), ricorrendo alla "clausola di salvaguardia" prevista dall'Accordo CE-Svizzera sulla libera circolazione di persone. Stando a una recente intervista rilasciata dallo stesso Consigliere Federale Svizzero Burkhalter, è attualmente in corso di valutazione l'ipotesi di estendere la "clausola di salvaguardia", fino al limite massimo del 31 maggio 2014, ai cittadini di tutti i Paesi della UE, per far cadere le rimostranze mosse da Bruxelles circa la discriminazione tra i Paesi membri.
Nel giugno 2014 sarà inoltre sottoposta a referendum l'iniziativa popolare "Contro l'immigrazione di massa", promossa dall'UDC, che punta ad un ritorno sic et simpliciter al contingentamento dei permessi di soggiorno. Un anno più tardi, l'elettorato svizzero sarà chiamato alle urne per decidere dell'estensione della libera circolazione delle persone, alla Croazia, prossimo membro della UE. Tali temi sono al centro di negoziati attualmente in corso tra la Confederazione Svizzera e l'Unione Europea.
Il Ministero degli Affari Esteri continuerà a seguire, tramite l'Autorità diplomatica e consolare in Svizzera, le suddette questioni con la massima attenzione. Nel quadro della sua complessiva azione volta a tutelare, anche nel più ampio contesto europeo, i diritti e le aspirazioni dei lavoratori frontalieri e degli altri cittadini italiani residenti in Svizzera, la Farnesina manterrà un stretto contatto con le Autorità svizzere, acquisendo ogni ulteriore utile informazione. Parallelamente, sarà anche cura delle nostre Autorità diplomatiche e consolari continuare a mantenere al corrente le competenti istanze italiane. Staffan de Mistura - Vice Ministro degli Affari Esteri".
"Ringrazio il Vice Ministro della risposta -commenta l'on. Borghi- i cui contenuti confermano l'esigenza di mantenere una grande attenzione sulla vicenda da un lato e di riprendere un'iniziativa diplomatica nei confronti della Confederazione Elvetica dall'altro al fine di assicurare che nei negoziati attualmente in corso tra Svizzera e UE si segnino passi in avanti e non regressioni. L'attenzione mostrata dalla Farnesina è sicuramente un segnale positivo in tal senso".
Frontalieri: il governo assicura l'on. Borghi
"Il governo continuerà a seguire le vicende degli Italiani in Svizzera con la massima attenzione". Così il Vice Ministro degli Affari Esteri del governo Letta, Staffan de Mistura.
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