Dal sito verbaniasettanta.it
Sono cinque le aree che nel dibattito di queste settimane sulla localizzazione potrebbero ospitare il nuovo ospedale unico provinciale: una rispettivamente a Piedimulera, a Verbania e a Gravellona Toce e due a Ornavasso. Ecco i punti di forza e di debolezza di ognuna di esse in un’analisi basata su oggettivi criteri di appropriatezza
Il dibattito sulla realizzazione dell’Ospedale Unico del Verbano Cusio Ossola, proposto dalla Regione Piemonte mediante accordo di Programma, da ratificare da parte dei Sindaci entro novembre, sembra si sia concentrato più sulla localizzazione che sulle caratteristiche sanitarie del futuro ospedale. Il principio su cui si è sviluppata la discussione sembra quello della necessaria posizione baricentrica, principio assolutamente condivisibile, ma certamente non unico.
Il concetto di baricentro e, quello connesso, di variabilità territoriale andrebbero peraltro analizzati sulla base di tecniche statistiche oggi più facilmente utilizzabili di un tempo, soprattutto a causa della grande disponibilità di dati e di strumenti di elaborazione raffinati e velocissimi. Sembra invece che l’individuazione di una localizzazione baricentrica si stia avviando più su posizioni politiche campanilistiche, accentuate dalla nota struttura tripartita della provincia, che su considerazioni di carattere tecnico. Ormai la discussione è avviata in tal senso e difficilmente verrà ricomposta altrimenti, ma Verbania 70 si vuole offrire, come sempre, come sede di riflessione il più possibile oggettiva, anche se spesso controcorrente.
L’analisi del concetto di baricentro territoriale è, fra l’altro, interessante o addirittura, se non si trattasse del futuro del nostro territorio, anche divertente. Da un punto di vista geometrico e fisico, il baricentro di un corpo è il cosiddetto centro di massa o centro di gravità ed è il punto al quale idealmente è applicabile la forza risultante di tutte le forze peso. Nel corpo umano si ritiene che il baricentro si collochi poco al di sotto dell’ombelico e probabilmente è questo il motivo per cui nell’antichità il significato di centro sacro è stato spesso indicato come ombelico del mondo. L’ombelico del mondo più conosciuto oggi è quello della canzone di Jovannotti, ma nell’antica Grecia era l’omphalos di Delfi e ce ne sono in giro per il mondo alcune altre decine, secondo le varie religioni o credenze.
Dal punto di vista geografico le opinioni, anche scientifiche, su come misurare il centro di un territorio, sono oltremodo differenti, tant’è che esistono almeno sette o otto località che aspirano a definirsi come Centro dell’Europa, pressoché tutte nei paesi dell’Est, se si considera l’Europa fisica, e che invece l’Unione Europea a 25 paesi, nel 2004, ha individuato in Germania, nel villaggio di Kleinmaischeid, Renania-Palatinato, che ne è giustamente fiero, oltre al fatto di essere anche al centro della produzione vinicola Renana
Per tornare al nostro caso, non è la prima volta che la strana Provincia del Vco si interroga sulla localizzazione del proprio ombelico o proprio baricentro, ma mai in questo modo stizzoso, su cui la Regione, assente sull’argomento da mesi o anni, chiede oggi una decisione “di popolo” urgentissima, abdicando di fatto alla propria funzione di gestione e organizzazione territoriale e soprattutto senza offrire strumenti di analisi scientifica. Occorre dire che i concetti di coordinate geografiche e di distribuzione di popolazione non sono adatti a definire oggi i baricentri territoriali ai fini delle migliori localizzazioni dei servizi pubblici o delle attività commerciali e industriali.
E’ conosciuta la battuta che il baricentro della Liguria, per la sua tipica forma a mezzaluna, si dovrebbe collocare nel mezzo del Mar Ligure. Più pragmatici in questo senso sono i gestori dei centri commerciali, non a caso definiti “centri”, che non hanno esitazione a identificare le loro ottimali localizzazioni lungo le strade di maggior comunicazione e nelle zone di miglior accessibilità per le possibili più numerose utenze, oltre che ovviamente per la disponibilità di aree senza particolari problemi. La concentrazione di attività commerciali lungo la strada del Sempione, tra Arona e Sesto Calende, che è ormai entrata nel linguaggio urbanistico spicciolo come “dormellettizzazione”, applicabile anche alla nostra strada statale 34 fra Fondotoce e Gravellona, (vedi Verbania 70 del 24 Febbraio 2010 – Dormellettizzazione a Fondotoce – Si persevera nell’errore), la dice lunga sulle modalità di individuazione dei baricentri commerciali.
La domanda è però su quale debba essere la miglior analisi per l’identificazione dell’ottimale baricentro territoriale per la localizzazione di una struttura così importante come un ospedale unico per una popolazione di 160.000 abitanti distribuita su tre direttrici diverse, separate da invalicabili creste montane. Pare innanzitutto di doversi escludere il criterio delle citate analisi commerciali, a cui non interessa l’accessibilità dei pochi abitanti della valle Strona, della valle Formazza o della valle Cannobina, i cui diritti all’accesso alla sanità pubblica sono invece eguali a quelli degli abitanti delle tre cittadine più demograficamente importanti, in ordine alfabetico per non offendere nessuno, Domodossola, Omegna e Verbania. Ovviamente i centri commerciali hanno già scelto da tempo le aree contigue allo svincolo autostradale di Gravellona come localizzazione ideale per facilità di accesso e centralità demografica per tutto il VCO.
Allo stesso modo le province monocentriche come Novara (con 370.000 abitanti), Alessandria (con 431.000 abitanti), Asti con 219.000 abitanti), la grande Cuneo (600.000 abitanti) e anche Biella (con soli 182.000 abitanti), non hanno problemi ad essere identificate contemporaneamente come centro demografico e centro della salute, mentre l’enormemente più grande Torino (con 2.308.000 abitanti) prevede al suo interno più centri, oltre ai tre presidi di Ivrea, Cuorgnè e Castellamonte. Le province di Vercelli (con 176.000 abitanti, distribuiti fra il capoluogo e dintorni e la lontana Valsesia), Verbania ( con 160.000 abitanti, distribuiti in tre territori fra di loro slegati), presentano invece problemi di centralità.
Quale criterio quindi utilizzare per l’ospedale unico del VCO? Proviamo a individuare un percorso metodologico.
Ovviamente il primo criterio di scelta dovrebbe essere quella di identificare le aree, possibilmente tutte, che presentano condizioni urbanistiche potenzialmente utilizzabili per un insediamento di una Città della Salute e cioè in termini di superficie disponibile e di vincoli ambientali e geologici. Ovviamente esistono vincoli insuperabili e vincoli superabili nell’ambito di una destinazione strategica, anche eventualmente attraverso costi di urbanizzazione eccezionali, così come le superfici possono essere ampliate attraverso espropri e demolizioni, ma occorre saper escludere già subito le aree che presentano limitazioni insuperabili o troppo costose. Delle aree che si sente siano in discussione fra i Sindaci, Piedimulera, già a suo tempo indicata dagli Ossolani, sembrerebbe ancora la migliore dal punto di vista urbanistico e ambientale, seguono nell’ordine Verbania sulla SS 34 tra la Stazione ferroviaria e lo svincolo della superstrada, che non presenta particolari vincoli, Ornavasso 1 vicino all’omonimo svincolo e Gravellona Toce al posto dell’incompiuto Palazzetto dello Sport, che presentano vincoli di tipo idrogeologico, Ornavasso 2 in area collinare boscata. Altre aree o non sono state considerate o sono state escluse.
Un secondo criterio di scelta (secondo solo metodologicamente ma ancor più importante) dovrebbe riguardare l’accessibilità, che si deve valutare in termini di strade, autostrade, linee di trasporto pubblico, automobilistico e ferroviario. Siccome l’accesso urgente a un ospedale avviene pressoché sempre per via automobilistica privata o con autoambulanze, è possibile confrontare le varie aree sulla base di criteri basati sulla sola percorribilità stradale. Su questo aspetto soccorrono i metodi statistici con modelli provati e affidabili, ben più complessi di quelli proposti in questa sede. E’ possibile tuttavia proporre un primo metodo di identificazione di centralità demografica, utilizzando le popolazioni dei capoluoghi e delle cittadine più importanti del VCO, con popolazione superiore a 3000 abitanti e moltiplicandole per le distanze chilometriche, in modo da ottenere degli indici di centralità (il valore più basso è il migliore).
Vediamo i risultati, con i dati reperiti da Google Map Data e corretti manualmente per le distanze delle aree esaminate dai centri urbani.
Da questa prima tabella risulta che i siti di Verbania, Gravellona e Ornavasso sono praticamente simili fra di loro, con distanze medie tra i 16 e i 18 km (ma si sa che la media statistica è sempre quella del famoso mezzo pollo a testa, che lascia qualcuno senza pasto), mentre Piedimulera è quella con evidente maggiore distanza media.Gli indici di centralità sono sostanzialmente le somme delle distanze chilometriche percorribili da parte di tutta la popolazione (immaginando un accesso/persona/anno) per accedere all’ospedale sito in ciascuna delle aree evidenziate. Questi indici vedono al primo posto (con il valore più basso) Gravellona, poi Ornavasso 1, quindi Verbania e Ornavasso 2, tutte però con chilometraggi simili. Occorre precisare che non sono stati inseriti altri elementi come i possibili futuri cambiamenti di viabilità, come un nuovo svincolo di Baveno o un possibile ponte sul Toce di collegamento con la galleria Gravellona Omegna o ancora la circonvallazione di Verbania, se mai si farà. Allo stesso modo non sono stati inseriti i dati della popolazione turistica, con 2.700.000 presenze nel 2013, che suddivise mediamente per 365 gg (sempre per la teoria del mezzo pollo), corrisponderebbero a una cittadina di 7.397 abitanti, per la maggior parte distribuiti sulla sponda del lago, spostando vistosamente il baricentro verso Sud. In realtà le distanze chilometriche sono un parametro molto grezzo che non tiene conto delle caratteristiche delle strade e dei tempi di percorrenza. Nella tabella seguente, ottenuta sempre con i dati di Google Map Data, vengono esaminati invece i tempi di percorrenza, da ritenersi più significativi. Per i percorsi tra centri urbani e aree sanitarie, si sono eseguite correzioni sulla base di una velocità standard di 60 km/h.
Anche questa seconda tabella evidenzia un analoga centralità dei siti di Verbania, Gravellona e Ornavasso, con percorrenze medie fra i 18 e i 21 minuti, mentre Piedimulera è con molta evidenza meno centrale delle altre localizzazioni, con percorrenze medie di 26.5 minuti. Si osserva però un rovesciamento delle posizioni a favore dei siti più meridionali come Verbania e Gravellona.
Le motivazioni sono legate alla maggior velocità di scorrimento della superstrada (cogliamo l’occasione per ricordare la lungimiranza del ministro Nicolazzi, scomparso di recente) e invece alle condizioni di bassa velocità della SS n.34, con tempi di percorrenza tra i più elevati per gli abitanti di Cannobio.
CONCLUSIONI:
L’analisi statistica ci dice che la questione centralità non è un elemento discriminante per le quattro aree in questione e quindi diventano predominanti le questioni urbanistiche e ambientali, che vanno quindi esaminate in dettaglio per tutte le aree ad esclusione, sembra, per Piedimulera.
Se ci sarà ancora tempo prima di una definiva decisione, proveremo a illustrare ai nostri lettori anche questi aspetti, ricavati il più possibile, come abbiamo sempre fatto, da dati oggettivi, come ad esempio i Piani Regolatori Comunali.
Speriamo tuttavia che nella scelta non si inserisca un terzo criterio meno tecnico degli altri, che è quello politico-campanilistico, assolutamente incontrollabile.