"Insomma, la zootecnia chiede aiuto e, con essa, c’è da salvaguardare una precisa identità di territorio”.
Lo sottolinea Gian Carlo Ramella, direttore della Coldiretti interprovinciale, domenica scorsa a Cannobio in occasione della decima Fiera degli Allevatori: una due-giorni che ha celebrato l’importante anniversario, a partire dalla ‘Serata dell’Allevatore’ di sabato 17 ottobre e proseguendo con il successivo programma di domenica 18. Con lui, in rappresentanza di Coldiretti, anche Fabrizio Rizzotti, presidente interprovinciale dell’Associazione Agrimercato, e i dirigenti Massimiliano Ottone, membro di giunta, e Andrea Catena.
“Il successo e la longevità della manifestazione testimonia l’importanza che l’ambito rurale ha avuto ed ha tuttora per l’economia montana dell'alto Verbano: parimenti importanti e di rilievo sono l’allevamento bovino e ovicaprino, che vede la produzione i formaggi prelibati e di successo, molto apprezzati anche nel recente appuntamento di “Cheese” a Bra”.
La stessa cittadina di Cannobio ancora la propria storia all’importanza delle attività agricole e silvopastorali: come sottolinea la presidente della sezione cannobina di Coldiretti, Piera Perli “le attività boschive e dell’allevamento ne accompagnano la nascita e la crescita dai tempi più remoti, dando vita ad una tradizione che non verrà mai meno, neanche con il correre dell’industrializzazione di inizio Novecento. Oggi l’attività agricola e zootecnica è viva e crea interesse, sia da parte del pubblico che degli allevatori. Ne è testimonianza la Fiera: siamo arrivati alla decima edizione e continua a crescere, e anche quest’anno ci hanno raggiunto nuovi allevatori giunti dall’intera val d’Ossola e dal Cusio, e perfino dalla più lontana provincia di Trento”.
“Un’agricoltura che va oggi valorizzata – sottolinea il sindaco Giandomenico Albertella – e che deve fare sinergia con il turismo: le potenzialità sono tantissime, anche nei mesi autunnali: non dimentichiamo la posizione strategica che, del resto, ha Cannobio, che si affaccia sul lago Maggiore e marca il confine con la Svizzera ticinese, trovandosi a breve distanza dalle importanti vie di traffico per il centro Europa e la vicina Lombardia: i formaggi caprini sono. Ringrazio in particolare gli allevatori presenti e i giovani, quest’anno davvero molti”.
La conduzione di un’impresa zootecnica racconta, oggi, storie diverse, di imprenditori che ci credono e che si impegnano: “Storie che hanno il minimo comun denominatore dato da persone dotate di coraggio e tanta forza di volontà: quella stessa che porta a scegliere l’allevamento come professione e attività d’impresa, un lavoro di sacrifici che però porta sempre più giovani, anche con decisioni drastiche, a scegliere di tornare alla natura e migliorare la propria qualità di vita. Soprattutto, si tratta di un patrimonio culturale e identitario, che va trasmesso alle nuove generazioni e promosso, affinchè possa esserne estesa la conoscenza. Per fare questo, però, alle imprese agricole – e soprattutto ai giovani che intraprendono l’attività zootecnica - va garantito un futuro. E questa è la vera priorità”.
Anche Cannobio dice No ai formaggi "senza" latte
"Un importante “momento di condivisione”, in un periodo in cui “è importante prendere coscienza e trasmettere anche ai cittadini il valore della zootecnia locale: un periodo non facile, in cui l’Europa chiede all’Italia l’ingresso del latte in polvere per fare i formaggi e dove i costi di produzione mettono in ginocchio il futuro delle imprese."
2 commenti Aggiungi il tuo
Ora capite perchè EXPO è una presa in giro,si vuol far credere che si salvaguardano le produzioni locali italiane eccelenze mondiali,e invece l'europa(minuscola) ci vuol costringere a fare il formaggio con la polvere del latte ,notoriamente materia morta che distruggerà decine di formaggi locali,speriamo che gli allevatori abbiano le .p....le,perchè dei politici non ci si può fidare.
Forza allevatori.
Per commentare occorre essere un utente iscritto