Il Commissario Capo Andrea Baldi, coordinatore del Progetto, traccia una sintesi del lavoro: “l’entomologia forense è una branca nuova che si avvale delle conoscenze relative alle “colonizzazioni” successive di specie di insetti sulle corpi in decomposizione. Nel progetto vengono impiegate carcasse di cinghiali derivate da operazioni di controllo della specie secondo le direttive stabilite dal Parco Nazionale.
L’importanza di determinare con esattezza la data del decesso è fondamentale per lo sviluppo delle indagini: per questo motivo, mancando una serie completa di informazioni in ambiente alpino, il Corpo Forestale ha coniugato le competenze in materia scientifica del CNBF, centro di eccellenza per la ricerca entomologica della Forestale e la capacità di operare in montagna del CTA.”
La zona delle operazioni è situata nella porzione meridionale del Parco, nei pressi di Pian Vadà. In considerazione della delicatezza e dei possibili disagi in prossimità dei campi di studio l’area è stata transennata e opportunamente segnalata, con interdizione all’accesso al pubblico. Gli organi competenti, ASL e Comune di Aurano sono stati opportunamente informati.
Le cronache giudiziarie recenti, anche di fatti drammatici ci hanno mostrato un aspetto ad oggi poco noto dell’indagine giudiziaria: quello relativo all’importanza dell’analisi scientifica.
Le metodiche di cui si avvalgono esperti, sia periti che operatori dei Corpi di Polizia, prendono in esame tutti i campi di applicazione della scienza moderna, dalla chimica alla fisica sino alla biologia.
L’entomologia forense costituisce un ambito di applicazione esclusivo per la determinazioni“tanatocronologiche” ovvero la datazione precisa del decesso della vittima. Come è noto, in ambiente aperto diversi gruppi di insetti necrofagi si susseguono per la colonizzazione del corpo in decomposizione. Si tratta tuttavia di una scienza in pieno sviluppo e le basi bibliografiche per la fauna necrofaga in ambiente alpino sono scarse.