Una situazione che colpisce anche il Piemonte e il Verbano Cusio Ossola, terra di mieli pregiati (come quello di rododendro) che, per colpa del maltempo di luglio e agosto, hanno visto ridurre la produzione nell’ordine di 5 kg per alveare già nei mesi estivi, registrando per diverse varietà produzioni quasi nulle.
“Nel Verbano Cusio Ossola, l’attività apistica e la produzione di miele sono fortemente identitarie per il territorio” commenta il direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella. “Ad esse si dedicano un gran numero di piccoli produttori amatoriali oltrechè di diverse imprese: nei giorni scorsi è iniziata una proficua collaborazione con l’associazione apicultori delle Comunità Montane Alto Verbano e Valgrande, con sede a Ghiffa, neoassociata a Coldiretti: è composta da circa 90 soci ed è presieduta da Gianfranco Branca. Una realtà molto importante per il territorio del Vco”.
E’ peraltro di prossima emanazione nella Provincia del Vco un bando per azioni a sostegno del settore apistico, in applicazione delle disposizioni regionali: Coldiretti è in contatto con gli uffici competenti ed è a disposizione per ogni attività informativa e di supporto.
Tornando al calo di produzione, si tratta – come detto – di un fenomeno diffuso a livello nazionale: va sottolineato altresì che a ‘tagliare il raccolto’ è stato, sì, principalmente il clima ma non mancano altri fattori: preoccupa anche l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare.
C’è poi il fenomeno del furto degli alveari che, oltre a provocare un grave danno economico, rischia di alimentare attività illegali che mettono in pericolo l`agricoltura e la salute pubblica. Un problema che a seguito di una annata di raccolti scarsi quest’anno purtroppo – precisa la Coldiretti – ha riguardato anche altri prodotti dell’agricoltura come l’olio d oliva con campi sotto controllo e carichi che viaggiano scortati.
Anche per combattere questi fenomeni il 19 gennaio è diventata ’operativa l'anagrafe delle api, con la possibilità, per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario accessibile dal portale del ministero della Salute al quale potranno accedere operatori delle Asl, aziende e allevatori per registrare la attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite.
Una necessità per garantire trasparenza in una situazione in cui al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale, sulla base dei dati istat relativi ai primi 9 mesi del 2014.
Il risultato è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero. A preoccupare è peraltro il fatto che piu’ di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15% dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta.
Miele: produzione giù del 50%
"La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è quasi dimezzata (-50 per cento) si moltiplicano i furti nelle campagne dove ad essere sottratti sono addirittura gli alveari". Cosi l'inizio del comunicato di Coldiretti Novara e VCO.
4 commenti Aggiungi il tuo
Secondo me bisognerebbe anche programmare una "Campagna di Rilancio" del miele in funzione delle nuove esigenze di consumo. Ora non si mangia più pane e miele a colazione (ahimè) perché ci sono le merendine, si è persa l'abitudine di usarlo per i dolci caserecci, ecc. Un rilancio del miele potrebbe verificarsi divulgando ricette non solo dolciarie, ribadendo le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche. Magari con dei corsi (le sedi enaip organizzano corsi di cucito, perché non uno di "Miele: istruzioni per l'uso"?), oltre ai corsi, conferenze con degustazioni (non solo coi dolci ma anche sui formaggi ossolani stagionati e su certe carni arrostite e glassate). Quindi: Corsi, Conferenze, Degustazioni e opuscoli. Qualcuno ha altre idee? Spero che mi legga qualcuno che ha gli strumenti e i contatti giusti per organizzare una campagna pro-miele!
Noi mangiamo miele importato da Cina,Ungheria,Romania,Spagna, paesi dove è permesso la coltivazione OGM .
Personalmente sono disponibile a pagare di più per il prodotto italiano se viene certificato.
Personalmente sono disponibile a pagare di più per il prodotto italiano se viene certificato.
L'alternativa è acquistare direttamente il miele da produttori fidati invece che al supermercato. In attesa della Certificazione Ufficiale.
Avevo letto di un insetto che ruba il miele e che il numero delle api sta drasticamente diminuendo per il cambio del clima. Ne parlavano già quattro /cinque anni fa e sembrava fantascienza il fatto che fosse a rischio la produzione, non tanto del miele, ma della frutta stessa... Invece ci siamo.
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