Verbania al tavolo Italo-Svizzero del frontalierato

Dal 1974, anno dell’accordo internazionale che ha introdotto la compensazione fiscale per i comuni di confine i cui cittadini lavorano nella Confederazione, l’incontro è diventato un rito che s’è spesso consumato senza clamori.

Da un paio di anni a questa parte l’irrigidimento dei rapporti tra i due Paesi e la ventilata revisione degli accordi da parte svizzera hanno portato la questione dei ristorni al centro del dibattito politico e amministrativo. A rappresentare la città di Verbania ci sarà il senatore Enrico Montani, che detiene la delega al Frontalierato. «Sarà probabilmente un incontro interlocutorio – spiega Montani – perché le eventuali decisioni verranno prese in sede governativa. Avremo comunque l’occasione per conoscere il parere e l’orientamento delle autorità elvetiche sulla permanenza e la quantificazione dei ristorni».

Da un paio d’anni, in concomitanza con il varo dello scudo fiscale che ha riportato in
Italia parecchi capitali di cittadini italiani custoditi in Svizzera, oltreconfine si parla di rivedere gli accordi internazionali. «Premesso che non ci possono essere
provvedimenti unilaterali e che questo argomento, tema di campagna elettorale, è stato a lungo strumentalizzato – prosegue l’assessore – il nostro compito come rappresentanti italiani dei territori di confine deve essere volto alla tutela dei nostri lavoratori frontalieri e dei diritti dei comuni di provenienza.

I frontalieri sono una ricchezza delle nostre comunità: lavorano e producono reddito. I ristorni non sono una mancia ma una giusta compensazione che è giusto resti in vigore e non venga toccata».