Tuttavia, il settore mostra segni di contrazione, con un saldo negativo di 578 unità: 7.575 nuove imprese nate contro 8.153 cessazioni. Il tasso di natalità è del 6,6%, mentre quello di mortalità raggiunge il 7,1%, portando a un tasso di crescita negativo dello -0,5%. Solo le province di Cuneo e Asti registrano un lieve incremento (+0,2%).
Il calo è più marcato rispetto alla media nazionale (-0,1%) e al sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (-0,1%). In dieci anni, il settore ha perso 12.000 imprese, passando da 126.000 unità nel 2014 alle attuali 113.835. Nonostante una ripresa nel 2021 post-pandemia, la tendenza negativa è proseguita.
Il 79,6% delle imprese artigiane sono ditte individuali, il 13,2% società di persone e il 7,0% società di capitale. Nel 2024, solo le società di capitale mostrano una dinamica positiva (+2,6%), mentre le società di persone (-2,9%) e altre forme giuridiche (-5,7%) registrano cali significativi.
A livello settoriale, l’edilizia rimane il comparto dominante (42,7% delle imprese), ma nel 2024 ha subito un lieve calo (-0,2%). L’agricoltura, pur rappresentando solo lo 0,7% del totale, è l’unico settore in crescita (+2,9%). Commercio (+0,3%) e altri servizi (-0,2%) mostrano dinamiche deboli, mentre turismo (-1,4%) e industria (-1,9%) registrano risultati negativi.
A livello territoriale, oltre la metà delle imprese artigiane si concentra a Torino. Le province di Verbano Cusio Ossola (32,2%), Novara (29,8%), Vercelli (28,6%) e Biella (28,0%) superano la media regionale per incidenza dell’artigianato sul totale delle imprese. Tuttavia, nel 2024, solo Asti e Cuneo mostrano una lieve crescita (+0,2%), mentre le altre province registrano flessioni, con Alessandria in coda (-1,1%).
Secondo Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte, la contrazione è dovuta a difficoltà di accesso al credito, burocrazia complessa e carenza di competenze specializzate. Nonostante ciò, l’artigianato rimane un pilastro dell’economia regionale, contribuendo all’occupazione e all’innovazione. Per sostenere il settore, servono politiche mirate e lungimiranti, come sottolineato anche da Cna Piemonte, che chiede maggiore attenzione per garantire competitività e sviluppo.