La ‘Sagra di Pom’ che anima il cuore di Nebbiuno da oggi fino a domani, domenica 28 settembre, va letta per Coldiretti, che vi prende parte con i propri produttori agricoli, “innanzitutto come un’intelligente occasione di comunicare al pubblico l’azione e il lavoro delle giovani generazioni di imprenditori agricoli, che continuano il lavoro intrapreso dalla famiglia generazioni fa”.
Nel ricordarlo, il direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella cita l’esempio di Michela Rossi, tecnico del turismo ‘tornata’ all’agricoltura per riprendere l’attività dei nonni, oggi evolutasi in un modello d’impresa di successo che, peraltro, le è valso lo scorso luglio il premio ‘Massimiliano De Concilio’ nell’ambito degli Oscar Green regionali di Coldiretti Giovani Impresa.
Michela Rossi è attiva anche nel recupero di varietà di mele autoctone, che coltiva sulle alture del lago Maggiore: “tra queste – come spiega lei stessa - particolare è la mela vergantina, con innesti risalenti addirittura all’Ottocento”; produce inoltre un’ampia gamma di prodotti ortofrutticoli disponibili anche negli Agrimercati di Campagna Amica del territorio. La coltura e il presidio rurale delle colline che digradano a lago e la cura dei vicini boschi ha dato per secoli vita e prosperità a queste terre, oggi note anche per un ottimo richiamo turistico non solo nella stagione estiva.
Terre in cui il patrimonio agroalimentare assume particolare strategicità, con le sue tradizioni e i sapori che rivivono, quelli della frutta e, soprattutto, delle mele del Vergante grazie anche alla ‘Sagra di Pòm’ organizzata dalla Nuova Pro Loco Nebbiunese e divenuta in questi ultimi anni un appuntamento di richiamo ed importante richiamo turistico.
Oltre all’azienda di Michela Rossi, al Mercato Agricolo di domenica 28 (dalle ore 10) ci saranno diverse altre imprese di Campagna Amica che presentano peculiarità distintive: tra le più significative, l’azienda Al Carlîn di pôum di Molinelli Paola: la produzione si basa principalmente sulla coltivazione di mele di antiche varietà piemontesi e di varietà più recenti ed è intesa a diffondere sapori e profumi forse ormai dimenticati.
Si privilegia la conservabilità dei frutti avendo scelto varieta' durevoli e resistenti ad alcune malattie classiche del melo. Importante anche il ruolo sociale dell’impresa agricola che in passato ha intrapreso attività di ospitalità per disabili per lavori in campagna.
Altrettanto meritevoli di menzione le aziende di Paolo Tondina (formaggi - toma tipica e formaggi di capra; particolare unicità dell’impresa agricola è l’allevamento in zona della razza Swiss Brown e l’attività di alpeggio estivo) e di Gianpaolo Rossi (formaggi e tome del territorio; in estate le bovine da latte salgono al Parco naturale Veglia Devero a 1920 mt di altezza dove i pascoli sono ricchi di erbe pregiate, producendo un latte di alta qualità che viene trasformato in pasta di formaggio al naturale e stagionato in grotta. Durante la transumanza in alpeggio, tutto il latte è destinato alla produzione di formaggio e burro). Presenti anche imprese della Bassa Novarese che fanno lavorazioni di carni suine e produzione di ortofrutta.
Come spiega ancora Michela Rossi, “la coltivazione delle mele nel Vergante è di antica tradizione e memore di una frutticoltura che, nei secoli, ha marcato la vocazione della riviera occidentale del Verbano tra Alto Novarese e Vco alla produzione di frutta: e, ancor oggi, mele, pere e fragole affiancano i fiori del Lago Maggiore nel computo delle principali produzioni dell’areale”.
Del resto, il clima è d’aiuto in questa terra che, come dicevano i latini, ‘a lacus vergens’, ovvero volge e si affaccia sulle acque del ‘Maggiore’ e ne condivide il microclima mite.