"Seri, intelligenti, con un pensiero. Il pensiero politico che richiama tutti al dialogo, a dire cosa fare nei e dei territori montani. Il turismo e lo sci sono pezzi del ragionamento. Il terrorismo non è di questo ragionamento, sia chiaro. A chi millanta ottimismo, a chi non capisce o non vuole capire per interessi, diciamo niente. Ma non stiamo in silenzio di fronte alla tragedia.
Ci interroghiamo, come Uncem fa da 70 anni, chiedendoci dove andare e cosa fare. Consapevoli che lo spopolamento non aumenta solo se chiudono attività turistico-ricettive o connesse con lo sci e la risalita. Lo spopolamento delle aree interne e montane è un dramma europeo e italiano connesso alla tragedia climatica.
La prima porta dietro il secondo. Le aree montane soffrono prima di altri pezzi di territorio i cambiamenti climatici. Perdono popolazione continuamente, e per puntare sul 'neopopolamento' non bastano 200 o 400 milioni di euro di investimento. Non bastano neanche per una crisi complessa come quella dell'agricoltura in quota, ovvero del turismo sui versanti. Sono fronti collegati da leggere insieme.
Ecco, servono luoghi di ragionamento, di analisi, di confronto di dati e numeri. Lontani da pseudo-ambientalisti, lontanissimi da negazionisti, tagliando fuori chi lancia accuse di terrorismo, bigottismo, mediocrità di pensiero. Noi rispondiamo, come Uncem, alla luce della storia e del futuro. Leggendo i segni dei tempi, in un multilateralismo che vede la montagna e le sue comunità esistere perché non chiuse e non separate da confini. Questo serve oggi. Questo è per il domani".
Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.