“Predisposte dalla Regione vanno a definire obblighi e divieti nelle ormai note ZPS (Zone di Protezione Speciale). Com’è noto abbiamo commissionato uno studio per una loro riperimetrazione compensativa, in parte già completato e che verrà a breve inviato a Torino, affinché venga posto all’attenzione ministeriale e da Roma giunga a Bruxelles per un accoglimento finale.
Qui siamo in una conseguente fase critica: – spiega l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Claudio Cottini – quella in cui la Regione, su queste aree, stabilisce prescrizioni per l’uso del territorio che in alcuni casi si pongono in contrasto con lo svolgimento delle tradizionali pratiche colturali, degli usi civici e degli usi e costumi tipici del luogo. Riteniamo invece che tali pratiche debbano essere mantenute poiché sono quelle che hanno generato le particolari condizioni ambientali che oggi si vogliono conservare e tutelare.
Abbiamo quindi assunto un ruolo attivo, coordinando il tavolo tecnico dell’Unione Province Piemontesi, e predisponendo un documento di osservazioni mediato e il più possibile condiviso, ma che mettesse in luce le possibili criticità. Va inoltre aggiunto che il nostro territorio è il più penalizzato: nel VCO insistono aree vincolate ZPS sul 38% della sua superficie, mentre per tutto il resto del Piemonte la media è del l’11%”.
“Queste restrizioni, a volte davvero fuori da ogni criterio, non ci aiutano. Il ruolo della Provincia – recependo anche i pareri di associazioni di categoria, quali gli allevatori e gli operatori turistici – è far intendere quanto le nostre valli per non morire abbiano bisogno di proseguire con mestieri che appartengono alla sua storia e con una loro rivisitazione in chiave economica moderna e sostenibile. I vincoli che sono stati posti al nostro territorio, inserendo in Rete Natura 2000 realtà come lo Scalo di Domo2 e alcune località turistiche quali Macugnaga e Formazza, ingessano in modo illogico e incomprensibile le legittime aspirazioni di sviluppo delle comunità locali” dichiara il Presidente Massimo Nobili.
Alcuni esempi delle osservazioni, a prescrizioni stabilite a livello regionale con l’applicazione di queste misure conservative, rendono chiaro il concetto: divieto di tagliare o rimuovere rami secchi e alberi morti, una pratica che al contrario – in una logica di economia tradizionale montana – pare buona norma oppure il divieto di sorvolo a basse quote (meno di 300 metri) nelle zone umide e dei laghi, se non per interventi di soccorso. Valutata la presenza di numerosi bacini, anche artificiali, nelle montagne del VCO, il problema, evidente, è quello di poter provvedere ai rifornimenti di derrate e di materiali per la manutenzione e ristrutturazione dei rifugi, baite e casere.
“Confidiamo – dicono Presidente e Assessore – che la Regione tenga in dovuta considerazione le riflessioni di chi questo territorio lo conosce e lo vive, perché se davvero vogliamo che abbia un futuro, deve contemperare la presenza dell’uomo e del suo lavoro con la tutela degli aspetti naturalistici. L’uno non può escludere l’altro”.
Osservazioni sulle ZPS inoltrate in Regione
Deliberate dalla Giunta provinciale sono ora al vaglio della Regione. Si tratta delle osservazioni, considerazioni e rilievi sollevati da parte di diversi uffici della Provincia, sulle misure di conservazione delle zone protette della Rete comunitaria ‘Natura 2000’.
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