COMUNICATO
Proposte, critiche ed idee: ma quante ancora?
“…Il sindaco è a vostra disposizione se ritenete che la sua presenza o il suo intervento possa essere utile e vorrei soprattutto raccogliere proposte, critiche, idee per migliorare la nostra città: è impegnativo fare il sindaco di una comunità complessa e piena di problemi ma anche di opportunità. Dirigerla mi dà però anche la possibilità di avere quel rapporto diretto con la gente che è sempre stato il mio obiettivo nel fare politica…”.
Sono le ultime righe di un paterno e affettuoso editoriale, firmato Marco Zacchera e postato sul sito web comunale, attraverso il quale il primo cittadino dispensa i suoi buoni propositi per l’anno appena avviato. L’elzeviro informatico, dall’acerbo gusto di atto “politicamente dovuto”, contiene in sé una sana ed evidente contraddizione: quante “proposte, critiche ed idee”, caro signor Sindaco, abbiamo sfornato in questi anni senza aver ascolto alcuno?
E’ davvero certo di essere, od esserlo stato sinora, a disposizione per “raccogliere proposte, critiche, idee”? Tali affermazioni valgono per tutti i cittadini tranne che per coloro che, democraticamente eletti nel consesso consiliare, vestono anche i panni di consiglieri, seppur di minoranza?
Quali “proposte, idee e critiche” crede abbia ancora senso raccogliere, ad appena un anno dalle prossime elezioni, se Lei, pedissequamente, ha fatto orecchie da mercante alle molteplici e variegate “proposte, critiche ed idee” di tanti esponenti del Consiglio Comunale (compresi alcuni Consiglieri di maggioranza) e di tantissimi cittadini della nostra città? Su quali temi vuole davvero raccogliere “proposte, critiche ed idee”, se non su quelli prioritari ed apicali come la realizzazione del Centro Multifunzionale, per il quale non ha voluto ascoltare nessuno, dicasi nes-su-no?
Di quale “rapporto diretto con la gente” parla, se proprio tale rapporto non è stato mai cercato né intessuto prima, durante e dopo le scelte strategiche che rischiano di cambiare per sempre il volto della nostra città? Dov’era finito “il rapporto diretto con la gente” quando, al chiuso di quattro o sei mura, Lei e la sua Giunta, in camera caritatis, zitti zitti e quatti quatti, sancivate solennemente la realizzazione del Centro Multifunzionale all’Arena?
Quale “rapporto diretto con la gente” evoca, se ha sempre tacciato e bollato la corretta, pacata e democratica dialettica proposta dalla minoranza, con particolare riferimento anche alle serene interlocuzioni proposte dal nostro gruppo attraverso le pagine di questo sito, quale dialettica preconcetta della sinistra non degna d’ascolto alcuno?
E quasi a suggellare quanto detto, ecco il primo cittadino pronto, ancor prima della discussione in consiglio comunale, a etichettare come “patacca demagogica” la nostra schietta e simbolica proposta di conferire la cittadinanza ai bambini stranieri, in armonia con un orientamento di attualità locale e nazionale, caldeggiata anche dal Presidente della Repubblica.
Sarà, ma dopo quattro anni di “proposte, critiche ed idee”, volte ad avere “quel rapporto diretto col primo cittadino”, non riesco a mandarla giù. Perché c’è qualcosa di torbido, nell’aria, e un secco e rancido effluvio d’elezioni che parte da lontano. Da molto lontano.
Felice Iracà