La notizia della realizzazione di un nuovo supermercato del gruppo Eurospin nella ex area Hillebrant lungo Viale Azari non giunge inaspettata in quanto previsione nel PRGC vigente.
Molto si poteva fare per disinnescare questa bomba urbanistica attivata dall’Amministrazione Zacchera e nulla si è fatto: l’amministrazione precedente è rimasta in attesa (in linea con le sue aspettative ed il suo programma), quella vigente la sta subendo. Ci si avvia quindi a completare con successo la castellettizzazione (termine complicato ma di chiaro significato), del centro urbano di Verbania.
Quel che non si è fatto nell’ultimo secolo si è fatto in poco più di una decina di anni trasformando il centro della città in un grumo di attività commerciali monofunzionali tipico dei grandi assi viari periferici (come appunto la lunga sequela di attività commerciali a Castelletto Ticino).
L’assenza di una “visione” urbana, di un progetto integrato di città e dei ruoli che le singole parti potevano giocare all’interno delle trasformazioni necessarie in tutte le aree cuscinetto tra i centri storici, che sono andate a saturarsi di edilizia perlopiù informe salvo poche eccezioni, ha provocato l’occupazione del territorio in base a logiche di sola convenienza economica rinunciando ad un governo urbanistico nell’interesse generale.
Ma questo tema appartiene al dibattito (ormai morto e sepolto) sulla costruzione di una centralità urbana affrontato solo negli anni trenta a ridosso della formazione “amministrativa” della città di Verbania, sfiorato con i vari piani della zona di S. Anna e poi archiviato dall’urbanistica letteraria degli ultimi 30/40che dichiarava una cosa e ne faceva un’altra.
L’assenza di progetti di ampia scala ha consentito quindi di costruire marginalità, estemporaneità, episodicità nelle aree centrali della città senza costruire la sua “centralità” urbana riconoscibile e riconosciuta. Le motivazioni addotte per il nuovo supermercato sono tutte valide: il diritto acquisito, un atto dovuto, il recupero di aree dismesse, lo sviluppo, il decoro, le opportunità, il dovere di dare risposte, la crisi.
Il risultato è lo stesso: fare nel centro della città ciò che si è fatto per decenni in periferia assecondando “ogni” richiesta ed interesse privato ignorando ogni riflessione urbanistica e di opportunità pubblica e collettiva. Le conseguenze le conosciamo: perdita di identità, congestione viaria direzionando verso il centro traffico prevalentemente veicolare urbano ed extraurbano (al supermercato si va in auto non in bicicletta), ulteriore contributo alla desertificazione dei centri storici con la chiusura delle attività economiche di vicinato, omologazione del paesaggio urbano, ulteriore specializzazione funzionale di grandi aree con l’assenza di una diversificazione funzionale equilibrata. E tutto ciò sta avvenendo in piena fase di elaborazione del Pian oParticolareggiato di Acetati con problematiche, temi urbanistici e costi pubblici e privati di ampia portata.
Le sollecitazioni ricevute dall’amministrazione di considerare nel Piano Acetati una zona molto più ampia, quale anche l’area Hillebrant, sono purtroppo cadute nel vuoto ma la discussione che dovrà avvenire sulle modalità specifiche di intervento e di infrastrutturazione di entrambi non potrà non tenerne conto. Considerando che non siamo fautori della “decrescita felice”, ma solo della crescita intelligente e sostenibile, concentrare nelle aree centrali della città un numero crescente di supermercati non è né intelligente né sostenibile, ma solo conseguente ad un modello di città stupida.
Con una ciotola di latte per gli oneri concessori si è svenduta l’area nevralgica della Lidl e costruito un capannone industriale imbellettato con un po’ di cipria; con qualcosa di più consistente quella dell’Esselunga. Si vedrà a quale costo la città concederà le autorizzazioni per il nuovo supermercato in un’area altrettanto strategica. Come per il recente insediamento Lidl il tema aperto è quello delle problematiche legate all’accessibilità ed all’impatto che i nuovi flussi viari determineranno su un sistema viario già fortemente congestionato.
Non sembrano possibili interventi strutturali sulla viabilità esistente se non marginali, controproducenti e pericolose modifiche a quanto già esistente (come già fatto da Lidl con l’ampliamento dei raggi di curvatura in uscita sulla rotonda). L’amministrazione Marchionini si è sempre rifiutata di considerare i possibili interventi che possono essere realizzati a carico dei proponenti sul tema dell’accessibilità sostenibile ovvero il sistema del trasporto pubblico e della ciclabilità urbana (come proposto in occasione dell’insediamento Lidl).
Gli interventi possibili potrebbero essere:
-razionalizzare e ottimizzare il sistema delle fermate del trasporto pubblico sui due assi viari della SS 34 e su Viale Azari;
-la realizzazione di percorsi ciclabili monodirezionali su entrambi i lati della carreggiata lungo Viale Azari dal ponte del Plusc a Piazza Gramsci e lungo la SS 34 dalla rotonda del cimitero di Suna a quella di Via Guido Rossa;
-la costruzione di parcheggi sostitutivi di quelli esistenti a nastro lungo Viale Azari;
-la riorganizzazione di Via Madonna di Campagna a protezione di pedoni e ciclisti (in considerazione del carattere residenziale del quartiere e della presenza del liceo), dalla rotonda del cimitero di Suna all’incrocio con Viale Azari in funzione dei nuovi flussi viari;
-pensare alla riorganizzazione del Viale Azari anche in considerazione di ciò che avverrà con il recupero di Acetati (ad esempio le intersezioni di Via Madonna di Campagna e Via Bramante).
Gli interventi ipotizzati sono tutti configurabili quali opere di urbanizzazione primaria, esterni alla delimitazione della stessa area urbanisticamente individuata, conseguenti alla realizzazione del supermercato e quindi ai fabbisogni urbanizzativi indotti. In occasione della realizzazione dell’insediamento dell’Esselunga grande fu l’attenzione nello studio e nella realizzazione di un sistema dell’accessibilità nel suo intorno con tre rotonde, marciapiedi, illuminazione pubblica. Nulla fu pensato per la mobilità sostenibile.
Il tema è ormai da tempo all’ordine del giorno e anche il Comune di Verbania, come molti Comuni già stanno facendo ed hanno fatto, non può più sottrarsi dall’affrontare il tema (le piste ciclabili per i turisti sono marketing territoriale, promozione turistica, altre sono le azioni per spostare utenza dalle quattro ruote alle due ruote e costruire un sistema di mobilità sostenibile).
La questione è prima politica e poi tecnica: politica con l’analisi dei valori ed interessi in campo attraverso gli strumenti che le sono propri, quelli da privilegiare, quelli da contenere, quelli da contemperare, quelli da contrattare;tecnica con la individuazione degli strumenti operativi e progettuali per raggiungere gli obiettivi compensativi e di mitigazione del nuovo insediamento commerciale.
In questa direzione la città si aspetta risposte concrete.Tutto ciò considerando che l’area Hillebrant godrà di tutti benefici di un intervento di nuovo impianto essendo completamente libera, mentre il recupero di Acetati sarà gravato da ingenti oneri di adattamento, connessioni infrastrutturali, liberazione ed alleggerimento del costruito, ecc (tutto ciò in base al fatto noto che recuperare è più oneroso che costruire ex novo sia da parte del privato che del pubblico e nel caso di Acetati ancor di più).
Associazione BICINCITTA’ VCO